Tappa 6, dal Goleto a San Gerardo. DIARIO.

‘Cammino in compagnia’ lungo la ‘Tappa 6’: dall’Abbazia del Goleto al Santuario di S. Gerardo, Materdomini-Caposele. Complessivi 17 km.

Domenica 8 settembre 2024

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Premessa

Il pellegrinaggio storico a S. Gerardo, in quel di Materdomini (frazione alta di Caposele, in provincia di Avellino), proveniva da tutti i paesi dell’Irpinia e avveniva proprio nel giorno della Natività di Maria (Mater Domini), l’8 settembre che quest’anno (2024) capita di domenica.

Il cammino si organizzava nelle ore notturne per arrivare a San Gerardo all’alba,  alla prima Messa del mattino. La partenza avveniva da ogni paese dell’Irpinia e anche da molti comuni della Basilicata, della Puglia e dell’intera Campania.

Il percorso è facile, lungo strade interpoderali, di cui parte in salita; la durata è di 5 ore ca, compreso le soste.

Il Cammino prevede una prima sosta in prossimità di Lioni, lungo il tracciato, per visitare con D. Tarcisio Gambalonga l’antica Badia di Santa Maria del Piano (a 7 km. dal Goleto, arrivo previsto alle ore 8,15 ca.).  Posizione, clicca QUI 

Una seconda sosta è prevista presso la Chiesa rupestre di San Vito (a 6 km. dalla precedente; arrivo previsto alle ore 10,15 ca.). Posizione, clicca QUI  

L’arrivo al Santuario di San Gerardo (dopo ulteriori 3 km.) è previsto quindi dalle ore 11,15  ca. Posizione, clicca QUI 

A fine mattinata o nel pomeriggio, si può scendere a Caposele (2 km., meno di mezzora a piedi) e visitare, oltre il centro abitato, le Sorgenti dell’Acquedotto Pugliese, il Parco Fluviale e l’annesso Museo.

INFO:  https://visitcaposele.it/  e   https://prolococaposele.it/

Referente: Ernesto Donatiello, Caposele: ‭+39 340 1565904‬

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DIARIO

Siamo partiti puntuali alle 6:30 come da programma previa benedizione da parte di D. Salvatore Sciannamea impartita all’interno dell’aula liturgica nell’Abbazia del Goleto.

La vetusta cittadella monastica si è presentata avvolta dalla luce settembrina dell’alba immersa nelle piccole nebbie del vicino fiume Ofanto.  Abbiamo percorso quindi il piazzale lastricato in pietra in direzione nord-est verso la luce del mattino. Dopo aver superato l’hotel Goleto, sulla destra abbiamo seguito la tabella indicante la ‘Tappa 6’ del Cammino. Abbiamo quindi percorso la via cosiddetta di Campiluongo, una stradina interpoderale, in parte con asfalto,  tra campi pianeggianti. Si tratta di una stradina non percorsa dalle auto che ci ha portato al confine col Comune di Lioni; al termine, abbiamo attraversato la strada provinciale e siamo scesi ai margini di un campo coltivato per raggiungere e attraversare poi l’area commerciale della Conad. Superato un esteso edificio in mattoni pieni, quello che rimane di una fornace di produzione di laterizi risalente agli anni 60, abbiamo svoltato a destra raggiungendo dopo 50 metri circa quello che rimane della stazione di Sant’Angelo dei Lombardi, sulla linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio. Si tratta di una linea che negli ultimi anni viene attivata dalla regione Campania per treni turistici nel fine settimana. Da qui, sapendo che non c’erano treni previsti, abbiamo percorso circa 200 m. fino a raggiungere il bivio stradale che ci ha immessi nell’area artigianale del Comune di Lioni. Abbiamo quindi percorso un lungo tratto rettilineo fino al termine della strada asfaltata. Qui ci siamo immessi in un sentiero sterrato che ci ha condotto dopo alcune centinaia di metri in prossimità del fiume Ofanto, al di sotto del viadotto che collega Lioni alla strada statale Ofantina; abbiamo quindi proseguito per un’ulteriore stradina sterrata ai margini di alcuni campi agricoli fino a raggiungere la frazione di Sant’Antonio nel Comune di Lioni. Abbiamo ripreso quindi a camminare ai margini dei binari della linea ferroviaria per circa 150 m. , arrivando alla stazione ferroviaria di Lioni, l’unica della linea ferroviaria ad essere ubicata in un centro urbano.

Dalla stazione è possibile visitare il centro abitato di Lioni, uno dei paesi completamente distrutti dal terremoto che colpì l’Irpinia e la Basilicata nel 1980. Avendo un’ora a disposizione, dopo una sosta al caffè Roma, consigliamo di visitare la bella Chiesa Madre, dedicata all’Assunta e da qui passeggiare lungo l’ampio viale di San Rocco per rientrare poi alla stazione scendendo attraverso la piazza col nuovo Municipio. Dalla stazione di Lioni attraverso un breve sottopassaggio si arriva al ponte di epoca romana che scavalca l’Ofanto in prossimità di una cappellina votiva. Qui è stata allestita un’area attrezzata con tavoli e panche oltre a un punto di ricarica per le bici elettriche. Continuando in direzione est si raggiunge dopo circa 1 km la bella Badia di Santa Maria del Piano che consigliamo di visitare previa richiesta da inoltrare a D. Tarcisio Gambalonga. Dopo la sosta, all’ombra di un’antica quercia disposta sul lato sinistro della Badia, si riprende il cammino seguendo la segnaletica fino a raggiungere un bivio con la strada provinciale che collega Lioni con il lago Laceno. Attraversato il bivio, inizia una stradina che rimanda alla storica tradizione del pellegrinaggio che si compiva e si compie tutt’ora dai paesi dell’Alta Irpinia verso San Gerardo, almeno una volta all’anno, spesso nella festività della Natività di Maria, l’8 di settembre. La stradina è detta delle ‘Scalelle’ per i numerosi e ripidi tornanti. Inizia qui il tratto paesaggisticamente e naturalisticamente più interessante della ‘Tappa 6’;  si sale attraverso querceti e alberi da frutto intravedendo piccoli fabbricati diruti e masserie tuttora abitate tra orti e campi coltivati. Al termine della salita, dopo circa 3 km., inizia un pianoro che conduce verso la chiesetta rupestre di San Vito; da qui lo sguardo spazia sia verso est dov’è l’alta valle dell’Ofanto che verso ovest, spaziando con lo sguardo sopra l’alta valle del Sele, fino al profilo dei Monti Alburni sullo sfondo. Questo tratto costituisce uno spartiacque tra il Tirreno e l’Adriatico. Si inizia a intravedere la chiesetta di San Vito e poi in lontananza il santuario di San Gerardo, meta del nostro cammino. Una deviazione sulla destra (indicata con tabella stradale), dopo circa 200 m in discesa, ci porta a scoprire la chiesetta di San Vito posta su un’alto sperone di roccia, meta di numerosi free-climber nel fine settimana. La chiesetta in genere è chiusa e non visitabile; le chiavi si possono chiedere -per tempo- ai padri Redentoristi di Materdomini.

L’area adiacente la chiesetta è attrezzata con tavoli e panche in legno, raffrescata da belle alberature e presenta una bella fontana di acqua sorgiva: l’ideale per una sosta. Il cammino riprende attraverso un sentiero che ci porterà in breve tempo sulla stradina provinciale per Materdomini. Al bivio verso valle troveremo un’altra fontana di acqua corrente. Siamo quindi giunti allo svincolo stradale che collega Materdomini con la strada di fondovalle Sele. Dall’Abbazia del Goleto abbiamo compiuto circa 17 km. senza difficoltà.

Prendendo la stradina in salita, sulla sinistra, arriveremo nella parte abitata della frazione di Caposele, detta di Materdomini. Qui prevale l’architettura del nuovo santuario realizzato in stile moderno negli anni ’70; la visita all’interno permette di collegarsi con l’antica basilica (rovinata col terremoto del 1980 e ricostruita) e con il convento dove morì San Gerardo Maiella nel 1755. Si consiglia di visitare il Museo Gerardino -con bei dipinti dedicati ai miracoli compiuti dal Santo- e la cella abitata da Gerardo. Materdomini è un centro turistico, meta di visite e pellegrinaggi durante tutto l’anno, in particolare nelle prime due domeniche di settembre e nella festività di San Gerardo a metà ottobre. E’ possibile pernottare nei vari alberghi così come pranzare -con ottima offerta enogastronomica- nei numerosi ristoranti; sul sito web del Cammino sono riportati gli esercizi convenzionati con lo sconto dedicato a chi esibisce la Credenziale. Sostando a Materdomini, nel primo pomeriggio è possibile andare a visitare (a piedi 2 km. in discesa) le sorgenti del Sele -opera di straordinaria ingegneria idraulica- che per caduta naturale da fine ‘800 portano le acque delle sorgive irpine fino a Santa Maria di Leuca in Puglia, a 400 km. di distanza.  L’acquedotto pugliese è visitabile consultando il sito web della Pro Loco di Caposele.

(Testo e immagini a cura di Angelo Verderosa)

Approfondimenti tecnici sulla ‘Tappa 6’, puoi scaricare la traccia GPX e prenotare gli esercizi convenzionati con sconti riservati a chi esibisce la propria ‘Credenziale’: Tappa 6 – Da Sant’Angelo dei Lombardi a Caposele Materdomini

Approfondimento sulla vita di San Gerardo Maiella:

https://www.sangerardomaiella.it/bibliografia/san-gerardo/vita-di-san-gerardo-maiella-libro/103-l-ultima-malattia-e-la-morte

Per visitare le sorgenti del Sele:

https://visitcaposele.it/prodotto/sorgenti-del-sele/

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Paesaggio dell’alta valle del Sele, in prossimità di Materdomini.

 

In cammino, lungo la tappa 6, in prossimità di San Vito.

 

Parco delle sorgenti a Caposele (Av)

 

Chiesa rupestre di San Vito

 

Lioni, Badia di Santa Maria del Piano

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Prima di ogni partenza,  ti invitiamo a consultare sempre il ‘Blog’ questo sito web e la pagina Facebook del Cammino di Guglielmo: https://www.facebook.com/camminodiguglielmo/

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Buon cammino !

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