Da Cattedrale di S. Maria Assunta
Melfi
a Complesso della SS. Trinità
Venosa
Tappa 12 da Melfi a Venosa
Dalla Cattedrale di S. Maria Assunta di Melfi (Pz) al Complesso della SS. Trinità di Venosa (Pz); 22 km.
Per lunghi tratti si cammina lungo l’Appia antica, come da traccia gpx, man mano, sotto i passi del viandante si disvelano più di 2000 anni di storia. Con un po’ di immaginazione si può sentire la voce narrante del venosino Orazio, il rumore dei carri che andavano verso oriente, il vociare dei mercanti e dei pellegrini che si incrociavano e si salutavano. Con una zappetta, smuovendo di poco il terreno, in alcuni tratti fuoriescono gli acciottolati e in alcuni punti i basoli vulcanici dell’antico tracciato.
Fino a Melfi la bellezza ci accompagna mostrando una sequenza di paesaggi rarefatti e disabitati in una natura intatta, non manomessa. Dalla cattedrale di Melfi parte la dodicesima tappa che per gran parte procede in direzione Est. Melfi è una città il cui centro storico è completamente cinto da mura intatte. Procedendo in prossimità della Porta Venosina, – se ne contano sei – si apre uno scenario inaspettato che guarda alla valle, verso cui si scende fino a incontrare uno stretto ponticello con arcata in pietra. La porta fu restaurata da Federico II dalla quale lo stesso entrava in Città.
Raggiunta la valle si inizia a salire su stradine sterrate e in parte brecciate. Raggiunta la sommità di un primo altopiano si scende verso il ponte romano D’Aguzzo
nel territorio comunale di Rapolla a circa 8 km. da Melfi.
Il ponte incrocia la strada statale 93, la vecchia Contursi-Barletta che dal fondovalle di Rapolla conduce anche a Venosa, consentendo all’Appia di attraversare la fiumara di Ripacandida. Restaurato da poco, con le sue belle arcate in pietra a tutto sesto, vale una prima sosta.
Di fronte, in direzione est, inizia uno sterrato in media salita. Si passa sul lato sud della Necropoli di Toppo Daguzzo, si continua sull’Appia antica patrimonio Unesco dal 2024, fino alla chiesetta di Sanzanello con la correlata stazione di posta a circa 5 km dal ponte romano in un alternarsi di salite e discese. In prossimità della località Sanzanello, il paesaggio si distende, la strada diventa piana, si incontra una grande fontana in pietra dove si può riempire la borraccia. Cavità naturali, adattate come cantine e depositi per derrate alimentari si alternano a qualche antica masseria in pietra ancora abitata. Benché l’Appia non sia segnalata in alcun modo, si ha la sensazione di attraversare un parco storico, archeologico e geologico di rilevante interesse.
Dopo la più che probabile sosta e il rifornimento d’acqua, si cammina in piano fino a intravedere il profilo monumentale di Venosa, la città dei Orazio.
Ci aspetta ancora l’attraversamento di un torrentello e un’ultima salita. Dopo circa 8 km si entra in città, seguendo via Melfi si raggiunge il centro storico di Venosa dove ci attende il profilo turrito del poderoso Castello Aragonese.
Di fronte la bella piazza Umberto I° ci invita ad una pausa seduti ad uno dei tavolini sotto i portici. Da li si può iniziare a visitare il centro storico alla ricerca delle tracce del nostro Guglielmo. Dall’area circostante la chiesa di Santa Maria della Scala, a poca distanza, un murale ci ricorda la vicenda della conversione miracolosa ad opera di Guglielmo, della cortigiana Agnese che poi diverrà Beata.
Lungo via Roma, che taglia la città per poi ridiventare strada provinciale 18, si raggiunge il Complesso della Ss. Trinità poco fuori dal centro storico. Il complesso è adiacente all’area del Parco Archeologico di Venosa e comprende la Chiesa Antica e la cosiddetta “Incompiuta” che rappresenta un ampliamento della stessa mai terminato. Un luogo con una stratificazione storica di tracce ereditate prevalentemente dai Romani, dai Longobardi e dai Normanni di cui la Chiesa Vecchia è anche il Pantheon della famiglia Altavilla con le spoglie, tra le altre, del feroce guerriero Roberto il Guiscardo.
I luoghi di Guglielmo
Melfi, come riportato nella ‘Legenda della vita del santo Guglielmo’, è la prima città dove il giovane Guglielmo si ferma per un periodo più o meno lungo; ha compiuto il pellegrinaggio a Santiago de Compostela, da Roma segue la via Appia ed è diretto all’imbarco per Gerusalemme, la Terra Santa.
A Melfi, nella chiesa ipogea e rupestre di Santa Margherita ritroviamo l’unico affresco quasi coevo di Guglielmo. A Melfi ci sono, inoltre, i resti del Convento di San Bartolomeo (da restaurare) e una bella statua in bronzo custodita nel Giardino del Palazzo Vescovile. Sopravvivono i toponimi: Tratturello di S. Guglielmo e Masseria di S. Guglielmo.
Venosa tra l’altro è legata a Guglielmo per un miracolo ivi compiuto: la conversione di Agnese che poi diverrà ‘beata’.
Approfondimenti
– Sul ponte romano e sulla necropoli di Toppo Daguzzo (Pandosia): clicca QUI
– Sul sito rupestre di Sanzanello e la passante via Appia (Pandosia): clicca QUI
– Inquadramento storico e geografico (Touring Club Italiano): clicca QUI
Cosa vedere a VENOSA città
Mappe, altimetrie, tracce GPX, dove dormire, dove mangiare: clicca QUI
Video del ‘Cammino in compagnia’ di sabato 28 dicembre 2024: clicca QUI
Fontane
Nei pressi della Chiesa di Sanzanello, a metà percorso.
Cani
Nei pressi dei cancelli delle masserie che si incontrano durante il cammino.
Referente di tappa
Giovanni Lasalvia, Venos
in formato GPX
Da Cattedrale di S. Maria Assunta Melfi a Complesso della SS. Trinità Venosa
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