Da Abbazia di Montevergine
Mercogliano
alla Grotta di San Michele Arcangelo
Tufo
Dall’Abbazia di Montevergine (Av) alla Grotta dell’Arcangelo Michele di Tufo (Av): 22 km.
Montevergine, a 1270 mt di altezza sul monte Partenio, è uno dei più noti santuari mariani non solo del sud Italia. Fu fondato da San Guglielmo da Vercelli nel 1124; al giovane pellegrino Guglielmo è dedicato il cammino omonimo che si sviluppa in 15 tappe per un totale di ca. 320 km. A Montevergine si giunge in auto attraverso la panoramica statale 374 oppure in soli sette minuti – con un dislivello di ca. 900 mt. – con la storica funicolare che parte da Mercogliano, cittadina alle falde del Partenio.
Nel monumentale complesso, le spoglie di San Guglielmo sono custodite sotto l’altare maggiore – nella chiesa vecchia; la cappella della Madonna ospita la superba grande immagine di Maria, una tavola del XIII sec. in stile bizantino attribuita a Montano d’Arezzo.
Durante la visita non bisogna perdere l’occasione di osservare l’unica copia a misura reale della sacra sindone, donata al Santuario di Montevergine dal Museo di Torino per ricordare che fu qui segretamente custodita dai monaci verginiani nei nove anni a cavallo dell’ultimo conflitto mondiale, con lo scopo di preservarla dalle razzie naziste.
Dal piazzale dell’Abbazia inizia in discesa il Cammino di Guglielmo. Attraverso il percorso storico della ‘Juta a Montevergine’, brevi tornanti tagliano i boschi prima di faggio e poi di castagni collegando l’abbazia con il paese di Ospedaletto d’Alpinolo (Av).
A metà della discesa, è interessante una breve sosta presso la ‘Sedia della Madonna’, un trono in pietra dove i pellegrini si siedono per devozione. Nel primo tratto, si incontra una serie di scalini in pietra, poi il percorso prosegue su sterrato. Nel tratto tra il ristorante ‘il Casone’ e il centro di Ospedaletto, il fondo è sconnesso per l’incuria del tempo; a breve però il sentiero sarà recuperato e rimesso in sicurezza con i fondi di un opportuno progetto finanziato dal PNRR.
Da Ospedaletto il percorso prosegue lungo il sentiero detto ‘Niespolo’, anch’esso in via di recupero con fondi PNRR, attraverso antichi castagneti fino ad un acciottolato che conduce al paese di Summonte nella parte superiore del rifugio Urupreta.
Da qui il cammino riprende nella direzione del comune di Sant’Angelo a Scala lungo un sentiero segnato dal CAI che attraverso una biforcazione conduce al santuario rupestre di San Silvestro; si tratta di una deviazione del percorso che richiede circa un’ora in più tra andata e ritorno.
Il tratto pedemontano, sostanzialmente piano, è straordinario dal punto di vista paesaggistico; dall’alto, in prossimità di Sant’Angelo a Scala, si intravede l’ampia valle del Sabato con una miriade di borghi a costellare l’arcata paesaggistica che spazia dal monte Tuoro di Chiusano di San Domenico all’alto Sannio.
Giunti all’area parcheggio sottostante il santuario di S. Silvestro, si prende la direzione del paese di Grottolella, visibile nel panorama di fronte. Ci si arriva dopo circa 5 km. (quasi due ore di percorso), imboccando prima una stradina interpoderale in discesa e nel fondovalle, poi una risalita alquanto impegnativa fino a raggiungere il centro storico del borgo, dove orientativamente si arriva a fine mattinata.
Dopo la pausa di Grottolella, il cammino riprende in direzione della meta di arrivo che è la grotta dell’Arcangelo Michele a Tufo – 222 m. slm., a circa 8,9 km. Bisogna mettere in conto almeno due ore e mezza in dolce discesa, su stradine in parte asfaltate ma in pieno contesto rurale.
La lunghezza della Tappa 1 è di circa 22 km. La difficoltà complessiva è considerata moderata; si tratta di un dolce ingresso nel percorso definito dell’anima che si svolge per le suggestive 14 prossime tappe.
I luoghi di Guglielmo
Su un’ansa del monte Partenio a 1.480 metri di altitudine, il santuario di Montevergine è la prima abbazia fondata da Guglielmo nel 1124, un luogo straordinario per la stratificazione di segni di fede, architetture e opere d’arte. Qui sono state deposte le spoglie del santo, sotto l’altare maggiore della chiesa dedicata alla madonna nera. Da non perdere, nell’attiguo Museo Abbaziale, la Madonna del latte detta di San Guglielmo, dipinto su tavola del 1200. Importanti sono le tele di Domenico Antonio Vaccaro dedicate ai miracoli compiuti da San Guglielmo, insieme alle tante opere d’arte di varie epoche storiche.
Pernottamento nella foresteria dell’Abbazia di Montevergine e ritiro della ‘credenziale’
Padri Benedettini presso la millenaria Abbazia, chiedere di D. Maurizio 0825.72924
Per raggiungere l’abbazia con la storica Funicolare
Info, clicca QUI _ Da gennaio 2025, funziona il sabato, domenica e giorni festivi. Per le comitive superiori alle 20 unità sarà possibile, anche nei giorni feriali, usufruire del servizio funicolare, comunicando per tempo la prenotazione (entro 48 ore prima) ai numeri telefonici 0825/789000 – 0825/2041 oppure via mail a funicolare@aircampania.it
Approfondimenti
A Tufo: la grotta dell’Arcangelo Michele, le Cantine storiche Di Marzo, le miniere dismesse di Zolfo. Per i pellegrini che intendono far visita alla grotta dedicata all’Arcangelo Michele, patrono di Tufo, bisogna contattare con qualche giorno di anticipo il parroco D. Francesco 333.5440020
Video, foto, diario di un ‘cammino in compagnia’ sulla Tappa 1, clicca QUI
Fontane
Nel centro storico di Ospedaletto e poi di Grottolella, a metà percorso.
Cani
In prossimità di qualche casa isolata.
.
REFERENTI DI TAPPA _ Amici del Cammino
Per un primo elenco degli Amici del Cammino, riferimento all’occorrenza lungo le 15 tappe, clicca QUI
.
I LUOGHI DI GUGLIELMO
Per approfondire la conoscenza dei luoghi attraversati durante il Cammino di Guglielmo, clicca QUI
.
COLLEGAMENTI CON MEZZI PUBBLICI o navette private per spostamenti e/o trasporto zaini
Come raggiungere i Comuni interessati dal Cammino di Guglielmo con mezzi pubblici o privati, clicca QUI
.
DOMANDE RICORRENTI
Una possibile risposta a domande ricorrenti sul Cammino di Guglielmo, clicca QUI
.
Partendo dall’Abbazia di Montevergine (fondata da S. Guglielmo) sul Monte Partenio a m.1.270 slm, nel territorio del Comune di Mercogliano, percorrendo in discesa il sentiero storico del pellegrinaggio della “Juta a Montevergine” si giunge nel centro storico di Ospedaletto d’Alpinolo m. 725 slm.
Da qui, si prosegue per il cosiddetto “sentiero Niespolo” per giungere a Summonte e poi nel Comune di S. Angelo a Scala dove con una piccola deviazione al percorso si potranno visitare i resti del Monastero di S. Silvestro. Il percorso continua nel Comune di Grottolella, per giungere all’arrivo della prima tappa a Tufo presso la Grotta di San Michele Arcangelo.
Il pellegrinaggio ben rievocato nella Juta a Montevergine ebbe inizio sin dai tempi di San Guglielmo da Vercelli.
L’incantesimo della Juta si rinnova sotto gli auspici di Mamma Schiavona tutti gli anni da qualche decennio. Nei giorni 10, 11 e 12 settembre rivive ad Ospedaletto il tradizionale appuntamento della Juta a Montevergine organizzato dal Comune e dalla Parrocchia SS. Filippo e Giacomo con il patrocinio della Regione Campania della Provincia, dell’Ente provinciale del Turismo della Comunità Montana del Partenio e dell’Ente Parco.
La Juta assume una portata ed un significato spirituale e profano e risulta ricca di manifestazioni suggestive ed incontri culturali.
Le tradizioni popolari, tramandate alle future generazioni diventano monito di insegnamenti ed ausili per una migliore qualità della vita ricca di certezze e richiami spirituali.
La manifestazione, quindi, è la testimonianza vivente dell’antico pellegrinaggio a Montevergine. Nella rappresentazione, tra storia e leggenda, testimonianza letterarie, dipinti, fotografie d’epoca e ricordi viene rappresentato il viaggio nel tempo dei viandanti in cammino presso la vetta.
La Juta ci restituisce plasticamente tutta la complessità di quello che è stato, per secoli, il più importante rito collettivo della nostra Terra distinguendone, attraverso le testimonianze visive gli aspetti religiosi e rituali, in primo luogo, ma anche quelli economici, turistici e imprenditoriali locali. Un rito ricco di suggestive immagini, attraverso le quali nella terra dell’accoglienza, Ospedaletto rivivono e si incontrano due mondi, passato e presente, proiettati nel futuro: l’ospitalità, il faticoso cammino a piedi, le riposanti fermate alla Cappella dello Scalzatoio, alla Cappella della Sedia della Madonna, al Casone, il rito del Nodo alla ginestra per sciogliere ”Voti”, l’animazione nelle Piazze di Ospedaletto con canti a fronne è limone, canti a figliola, danze, pizziche, e tammurriate, degustando la nostra cupeta, Èndrite e le tradizionali castagne del Prete.
Rivivono nella Juta i grandi: Giuseppe Marotta con “L’oro di Napoli”, da cui Vittorio De Sica e Cesare Zavattini trassero una trasposizione cinematografica, l’inglese Edward Lear, che nel settembre del 1847 imboccò “una strada carrozzabile che dalla citta portava al villaggio di Spedaletto”, il meridionalista Lucano Giustino Fortunato e lo scrittore verista toscano Renato Fucini.
Spiccano, infine, nella Juta le firme di Raffaele Viviani (1927) autore di “La Festa di Montevergine” e del poeta Alfonso Gatto, che ha sintetizzato in un suo scritto in maniera mirabile la peculiarità della juta.
Troviamo riferimenti e vicende storiche legate alla festa sacra con il dott. Fulvio Sellitto che ha curato il testo “Un Paese si racconta-Ospedaletto: mito riti ed umanità”, Eric Lamet ebreo internato negli anni di guerra ad Ospedaletto che ha pubblicato il libro “Salvato dal nemico” e ancora nel libro “Ospedaletto luogo della mia anima” del sindaco professore Luigi Marciano, dove la memoria di un luogo, Ospedaletto, tiene lo spirito vivo e il cuore pulsante, e infine “La Chiesa che amo” di don Vittorio Guerrillo, che rappresenta il perfetto connubio tra storia, fede ed arte di Ospedaletto D’Alpinolo
Ospedaletto ha basato da sempre la propria economia grazie alla sua simbiosi con il Santuario.
La castagna del prete e la famosa “cupeta” oggi sono esportate in tutto il mondo, grazie alle capacità dei nostri imprenditori.
Nella forma attuale, la Juta a Montevergine, nasce 26 anni fa e si fonda sulla valorizzazione delle tipicità locali con una forte attenzione alle tradizioni storiche antropologiche e religiose che connotano l’aera in cui insiste il Comune di Ospedaletto d’Alpinolo. A partire dalla secolare tradizione del pellegrinaggio al Santuario di Montevergine che investe il territorio del Partenio.
È una manifestazione dedicata alla Madonna di Montevergine che viene ripetuta durante l’anno perché apre e chiude un ciclo di celebrazioni dedicato alle Sette Madonne che si svolge in luoghi e santuari diversi e che si conclude il 12 settembre. I pellegrini che si recano in adorazione della Madonna, giungono di solito la sera precedente e sostano ad Ospedaletto d’Alpinolo, da cui partono il mattino seguente per compiere la cosiddetta “sagliuta” o “juta”.
La manifestazione, che mette insieme gli elementi folkloristici e religiosi popolari, è caratterizzata da tammurriate che continuano per tutta la mattina sul sagrato del Santuario. Caratteristico è il canto che viene eseguito sull’antica “scala santa” della Chiesa: ad ogni gradino ci si ferma, un solista intona la proposta mentre il coro conclude.
La “salita” intera consta di 23 gradini e tutta la scala rappresenta la stessa montagna. Alla fine del rito, si entra in chiesa e si esce dalla porta principale cantando col tamburo, senza mai voltare le spalle al quadro della Madonna. Particolarmente devoti, infine, sono i cosiddetti “femminielli”, che ogni anno si recano a Montevergine per rendere grazie alla loro Madonna prediletta, nella cosiddetta “juta dei femminiell”. Qui un nutrito gruppo, ogni anno rinnova la propria fede cattolica presentandosi in processione all’antica abbazia.
Il rito si rifà ad un’antica tradizione secondo cui nel 1256, due giovani omosessuali furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Di fronte a questo evento l’intera comunità reagì denudando e cacciando dal paese i due innamorati che furono legati ad un albero sul Monte Partenio, in modo che morissero di fame o fossero sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò dalle catene e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che accettare l’accaduto.
.
.
.
Pernottamento nella foresteria dell’Abbazia di Montevergine e ritiro della ‘credenziale’
Padri Benedettini presso la millenaria Abbazia, chiedere di D. Maurizio 0825.72924
.
Via De Nardi, 19
Mercogliano (AV)
tel. 340 3517357 (Mario)
Sconto convenzione 20%
Via Nazionale SS 371, 2-18 TUFO (AV) tel. 377 4672021 (Florindo) Sconto convenzione 10%
Via L’Angelo, 29
TUFO (AV)
tel. 392 6559792 - 388 7759605
Sconto convenzione 10%
Via Nazionale, 21
TUFO (AV)
tel. 328 8773232
Sconto convenzione 10%
Via Antonio Domenico Vaccaro Mercogliano (AV) tel. 0825 788961 / 0825 788962 prenotazionigreenparkhotel@gmail.com www.greenpark-hotel.it Sconto convenzione 10%
Ristorante Osteria
Via S. Francesco, 17
Mercogliano (AV)
tel. 0825 7888776
Sconto convenzione 20%
Tra Campania, Basilicata e Puglia.
Dalle montagne d’Irpinia all’imbarco per la Terra Santa
alla scoperta di abbazie, santuari, cattedrali, castelli, grotte, fiumi e laghi.
Menù
©2024 Il Cammino di Guglielmo. All Rights Reserved – Credits | Privacy Policy | Cookie Policy
Ministero della Cultura PNRR M1C3. Attività dei Borghi Linea B progetti di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici da realizzare nei Comuni di Chiusano di San Domenico (capofila) e Ospedaletto D’Alpinolo.