Sabato 25 gennaio. Guglielmo e i luoghi dell’eremitaggio sul Monte Cognato, in Basilicata.

Sabato 25 gennaio 2025.

Guglielmo e i luoghi dell’eremitaggio sul Monte Cognato, in Basilicata.

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I LUOGHI DI GUGLIELMO: il viaggio si svolge in luoghi significativi legati alla vita di Guglielmo, riportati nella ‘Legenda della vita del santo Guglielmo’: il Monte Cognato dove si è svolta la parte centrale della vita eremitica di Guglielmo. Qui sono ambientati numerosi miracoli riportati nella ‘Legenda’.

In collaborazione col Comune di Castelmezzano (Pz) e con la Direzione del Parco Gallipoli-Cognato, Dolomiti Lucane; in collaborazione con il Club di Territorio Paesi d’Irpinia / Touring Club Italiano.

ore 9:45 ritrovo all’uscita dello svincolo ‘Campomaggiore’ sulla strada E847 Potenza-Metaponto. > POSIZIONE, CLICCA QUI

La visita sarà effettuata esclusivamente col supporto delle guide del Parco; visiteremo:

-Convento e Chiesa di S. Chiara, nel territorio montano di Accettura (Mt), loc. Palazzo (Gallipolis), oggi sede del Parco Gallipoli-Cognato; edifici attribuiti a Guglielmo;

-Chiesa di Santa Maria di Monte Cognato, nel territorio montano del Comune di Calciano (Mt), dove è stato eremita Guglielmo.

N.B.: E’ una giornata di approfondimento storico e geografico sui luoghi di Guglielmo’; non è una giornata per camminare insieme, faremo solo brevi tratti a piedi all’interno del Parco. Per i cammini in compagnia, vedi qui di seguito.

Nel pomeriggio, al rientro, è prevista una sosta ai ruderi di Campomaggiore o Lagopesole.

Si partecipa con automezzi propri.

Dotarsi di colazione al sacco.

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APPROFONDIMENTI

Alla ricerca di tracce sulla vita di Guglielmo in Basilicata, dopo aver fondato in Irpinia l’Abbazia di Montevergine, troviamo in ‘Pandosia.org’ :

  • 1129: per intercessione del conte Roberto di Montescaglioso, Guglielmo fondò a Cognato una chiesa ed annesso monastero. Altri miracoli furono in questo periodo operati da Guglielmo: in Terra di Albano di Lucania – scrisse l’Abbate Giordano – un Grammatico cercò di confondere la parola di Guglielmo ed a sua volta ne restò confuso e fu visto più volte parlare ad un lupo che fece da guardia all’orto dei monaci nel bosco di Cognato, evitando così che i cinghiali lo devastassero privandoli del cibo.
  • 1130: “…partito il beato Guglielmo dal Monte Cognato, si diede a camminare per diversi paesi e luoghi e alla fine giunse ad una valle molto boscosa e parte senza alberi chiamata Valle Cofana dalla quale trae origine l’Aufido (fiume Ofanto)…” scegliendo un grande albero come sua cella e luogo di preghiera (secondo Panarelli in località Gullitu nel territorio di Monticchio. In M.F.Manchia, cit.). Diversi uomini riferirono di vedere aironi bianchi entrare nell’albero cavo e credettero fossero angeli mandati a vegliare il sonno di Guglielmo…che ricevette la visita di Ruggero Sanseverino che ordinò a Gualtiero Architetto di progettare il Monastero femminile del Goleto.

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SEGUONO I PASSI RELATIVI AL MONTE COGNATO RIPORTATI IN ‘EPISODI DELLA VITA DI SAN GUGLIELMO‘. Testo a cura di Giovanni Mongelli O.S.B.; episodi illustrati dal pittore GIOVANNI HAJNAL con 32 tavole a colori. Edito a Montevergine nel 1986. Il volume, da novembre 2024, è sfogliabile -unitamente a numerosi altri testi- nella ‘Biblioteca digitale’ sita nell’Area multimediale dell’Abbazia del Goleto.

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Guglielmo e S. Giovanni da Matera sul monte Cognato. (Cap. 10)  _ pag. 50 del volume citato in premessa.

Non essendovi più nulla da fare al Laceno, perché vi si opponeva la volontà divina, S. Guglielmo e S. Giovanni da Matera si mettono in cammino, rigirando monti e varcando colline, mentre si inoltravano sempre più nella Lucania. In un ricovero di fortuna furono costretti a passare la notte. Mentre essi riposavano, Gio­ vanni fu favorito dal Signore di una visione nel sonno: egli doveva andare verso la parte orientale, mentre Guglielmo avrebbe dovuto seguire la direzione opposta, dirigendosi ad Occidente. Inoltre il Signore rivelò il numero dei giorni di tutti e due. « Infatti — postilla l’antico biografo — come Giovanni era solito predirlo frequentemente, passò di vita un biennio prima (di Guglielmo) ».

Ma anche dopo questa rivelazione, i due santi amici continuarono per un po’ a rimanere insieme, pur sapendo che non doveva tardare molto la loro separa­ zione definitiva. S’inoltrarono nella Lucania, giungendo così al monte Cognato, a destra del Basento, presso Tricarico, che sorge dall’altra parte del fiume lungo la via Appia. Qui rimangono insieme ancora pochi giorni e poi Giovanni prosegue verso Oriente finché fisserà la dimora al Gargano. Allontanatosi Giovanni, « il confessore del Signore ed eremita Guglielmo ri­mase intrepido con Dio su quello stesso monte », aprendo un altro capitolo della sua fruttuosa storia. Su quel monte, infatti, egli costruirà un altro monastero, e la sua fondazione sarà contrassegnata da episodi che faranno risplendere ancora di più la sua ben radicata virtù.

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L’indemoniato sul monte Cognato. (Cap. 19)

Guglielmo, rimasto solo sul monte Cognato, proprio nei primi tempi della sua permanenza in quel luogo solitario ebbe una triste avventura, che il Signore seppe far volgere a gloria del Santo, dandogli la possibilità di fondare un nuovo monastero. Riassumiamo il dettagliato racconto dell’antico biografo.

In una partita di caccia del nobile signore di quella terra, Guglielmo viene preso per spia da uno dei cacciatori del conte, e fortemente percosso alla testa. Senonché quel tristo, appena commessa la sua grave colpa, fu subito invaso dal demonio e tormentato orribilmente.  Trascinato faticosamente presso il conte, quando questi seppe come erano andate le cose, concluse: « Se quell’uomo non fosse un servo di Cristo, certa­mente l’onnipotente Iddio, che tutto vede dall’alto, non avrebbe punito così presto e manifestamente l’ingiuria arrecatagli. Pertanto prendetelo e con tutte le forze trasciniamolo, anche contro sua voglia,  ai suoi piedi e non cessiamo di pregarlo umilmente che non disdegni di aver pietà di questo scelleratissimo e miserabilissimo uomo ».

Dietro le loro forti insistenze, il Servo di Dio si ritirò in preghiera a lungo, quindi rese quell’infelice libero e sano. Ed ecco le parole conclusive del conte: — « O Padre, se vuoi costruire una chiesa dalle nostre parti, a tuo piacere puoi fare completamente affidamento su di noi e sui nostri uomini. Siamo infatti, disposti ad obbedirti secondo le nostre forze e il nostro potere, somministrando umilmente e devotamente per i tuoi bisogni quanto occorre ».
Così sorge la chiesa e il monastero di S. Maria di Serracognata, sulle solide basi della pazienza e della sofferenza del santo eremita, che riuscì subito a conqui­starsi gli animi di tutti.

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Il grammatico di Albano di Lucania. (Cap. 11)

Il conte di Albano di Lucania, Roberto Poletino, divenne un amico potente e devoto di S. Guglielmo: si recava spesso dal Santo, mai sazio di vederlo e di ascoltarlo; e non raramente anche il Santo si recava dal conte per gli affari del monastero costruito sul monte Cognato. Ora questo suscitò l’invidia di qualche animo gretto, come era quello di un insegnante di grammatica, gonfio della sua scienza. Costui, udendo celebrare da tutto il popolo le lodi di S. Guglielmo, scosso dall’invidia e imbaldanzito dalla superbia, screditava apertamente Guglielmo come incolto e illetterato e che non sapesse quel che dicesse. Se gli si dava l’occasione l’avrebbe mostrato manifestamente del tutto ignorante.

Capitò che un giorno questo grammatico si trovava presso il conte quando vi si era recato anche S. Guglielmo. Ovviamente approfittò dell’occasione per attac­care col Santo dapprima il discorso, quindi una disputa. Senonché la sapienza e la prudenza della carne non poterono resistere allo Spirito Santo che parlava per la bocca di Guglielmo, e così, per riconoscimento dello stesso conte, l’arrogante e superbo letterato dovette ritirarsi confuso.

Mosso dall’amarezza della sconfitta, prese dei compagni ed amici per far vendetta del suo onore. Perciò sulla via del ritorno al suo monastero, l’empia masnada si fa contro il Santo, lo getta da cavallo, lo percuote crudelmente, senza perdonarla neppure al compagno di viaggio.

Ma Dio si prese vendetta del suo Servo. Infatti, non molto tempo dopo, Dio percosse quel figlio di superbia e di iniquità con una orribile malattia: le gambe gli si imputridirono a tal segno che, per il grandissimo fetore, neppure i più intimi parenti gli si potevano accostare, e in quello stato morì, dopo essere stato tormen­tato per un biennio.

Era il Signore che applicava la parola: « A me la vendetta, io darò la retribu­zione » (Rm 12, 19).

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Il cinghiale che rovina l’orto al monte Cognato. (Cap. 11)

Se al monte Cognato si sono registrati due episodi drammatici, quello del cac­ciatore crudele e quello del superbo grammatico, tutti e due finiti tragicamente, non è mancato qualche altro episodio di sapore anacronisticamente francescano, e che sta bene accanto a quello dell’orso che intorbidava la piccola fonte al monte Virgiliano.

Il fatto si verificò quando il monastero di S. Maria di Serracognata era già stato fondato e la vita monastica vi si svolgeva regolarmente. L’antico biografo ce lo presenta nella sua schietta semplicità.

« Penso che non si debba tralasciare — egli comincia — il fatto che quando (S. Guglielmo) dimorava sul predetto monte, si era preparato un orticello, che egli coltivava con le proprie mani. Frattanto un cinghiale, venendo abitualmente dalla selva, scavando devastava ciò che egli vi aveva seminato. Un giorno, avendo visto guastare il proprio lavoro, a voce alta cominciò a gridare: « Dove sono, dove sono i difensori del mio orticello? ».  A questa voce, presentandosi subito due lupi, cominciarono con orecchie tese a stargli innanzi come aspettassero che cosa stesse per comandar loro l’uomo del Signore. Ed egli ordina loro che, preso subito il cinghiale, lo traessero fuori dell’orto e lo facessero andar via illeso. Come questo fu eseguito, il cinghiale non ritornò più all’orticello ».

Il dominio che il Santo aveva acquistato su se stesso si estendeva anche agli esseri irragionevoli, che nei suoi confronti acquistavano quella soggezione che la S. Scrittura ci mostra per Adamo innocente. Sempre così quando l’uomo riacqui­sta la piena sottomissione a Dio.

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La guarigione di una donna lunatica. (Cap. 13)

La permanenza di S. Guglielmo sul monte Cognato fu particolarmente ricca di fatti portentosi e di segnalate grazie, operate da Dio per mezzo del suo Servo. In quello stesso tempo, un tale aveva una figlia epilettica. Nel vederla frequen­temente tormentata da sì grave rischio, mosso dall’amore paterno, così pregò: — « O Dio, che operando meraviglie per i meriti dei tuoi santi, non cessi dal glorificarli, prostrato adoro la clemenza della tua misericordia, perché, per i meriti dell’eremita Guglielmo, tu largisca la salute alla mia figlia. Che se, per l’interces­sione di lui, io otterrò quel che chiedo, prometto alla tua maestà che, ricevuto l’a­bito della sacra religione, rimarrò sempre al tuo servizio sotto la disciplina di lui ». Dio esaudisce l’ardente preghiera, e la figlia guarisce completamente. Appena il pietoso padre se ne rese consapevole, non dimentico del voto, si recò subito da Guglielmo e da lui ricevette l’abito della religione, mentre a tutti narrava minuta­mente i grandi favori che il Signore gli aveva largito per i meriti del Santo. Ma Guglielmo ebbe cura di rettificare: non ai suoi meriti, che non ne aveva, doveva essere ascritta quella grazia, ma unicamente alla pura fede del buon padre di famiglia.

Quando S. Guglielmo vide che anche la fondazione di S. Maria di Serraco­gnata era ben avviata e che i monaci potevano fare a meno della sua presenza, ripetè quanto aveva fatto a Montevergine: fissò bene la norma di vita per quegli eremiti, scelse un suo sostituto, quindi, salutata la comunità, si rimise di nuovo in cammino, solo come sempre. È così che questa volta giunge nella valle di Conza, dove gli si apre davanti un vastissimo campo per il suo nuovo lavoro  (fondazione dell’Abbazia del Goleto, ndr).

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La visione degli angeli al Goleto. (Cap. 20)

Dal monte Cognato Guglielmo dirige i suoi passi verso l’alta valle dell’Ofanto e si ferma nella piana sotto Sant’Angelo dei Lombardi. Qui trova fertilità di terra, abbondanza di legna, ricchezza di acque.

Vi si ferma, e per un anno intero usa di un albero gigantesco come tugurio. Si trovava appunto in questo tempo quando ebbe la graditissima visita di un suo affezionato discepolo, Giovanni da Ñusco, quello stesso che è stato l’ispiratore della seconda parte della Legenda.

Erano passati circa quattro anni da quando S. Guglielmo era partito da Mon­tevergine e gli anni erano trascorsi ricchi di avvenimenti, sia per Guglielmo sia per la comunità verginiana. In particolare si era rassodata la fondazione di S. Cesareo presso Rocca S. Felice, e il preposito di Montevergine aveva inviato Giovanni da Ñusco perché si rendesse perfettamente conto di come procedevano le cose.

Eseguito il mandato, Giovanni pensò bene di fare una visita a S. Guglielmo in quella residenza in cui era giunto da poco, e così riferire ogni cosa al signor Alberto, sostituto di Guglielmo a Montevergine.

I discorsi s’intrecciavano e il tempo passava velocemente. Perciò alla fine Guglielmo disse a Giovanni di rimandare la partenza al giorno seguente.

II Santo si ritirò nel suo originale tugurio, mentre Giovanni si adattò in una capanna, costruita al di fuori. All’imbrunire Giovanni vide come due grandi uccelli, a guisa di aironi, bianchi e risplendenti, con gran luce, che entravano per un foro praticato davanti al tugurio. All’arrivo di essi, vengono completamente fugate le tenebre della notte. Quindi a porte chiuse questi uccelli misteriosi entrarono dall’uomo di Dio.

Erano angeli di Dio, e Guglielmo glielo assicurò quando la mattina seguente gli disse: « Va’ in pace, e sappi fin d ’ora che finché vivrai, non ti sarà più dato di vedere quello che, per volere di Dio, hai meritato di vedere questa notte ».

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Utilizzando i ‘tag’ Guglielmo e Monte Cognato, si arriva alla sede del Parco regionale Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane – (Basilicata) che è nel comune di Accettura (Mt), in località Palazzo (ci si arriva dallo svincolo di Campomaggiore, sulla Basentana, SS.407), nel cuore della foresta di Gallipoli Cognato.  Qui, in località Palazzo, vi sono importanti tracce e ambienti di un insediamento monastico basiliano, risalente al XI sec., passato poi alle monache Benedettine. Da quanto si legge sulla pubblicazione del Parco (seguono screenshot), intorno al 1123 ospitò San Guglielmo che qui, a Gallipolis (Accettura), fondò una chiesa (Santa Chiara) e un annesso monastero che passò poi alle Clarisse; successivamente, con l’Unità d’Italia, passò al demanio dello Stato. Il vecchio orto del monastero ospita oggi l’Orto botanico.

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ACCETTURA (Mt), loc. Palazzo (Gallipolis). Convento e Chiesa di S. Chiara, oggi sede del Parco Gallipoli-Cognato.

Fonti: https://www.parks.it/parco.gallipoli.cognato/pdf/GuidaUfficialeParco.pdf

https://www.pandosia.org/il-cammino-san-guglielmo-da-vercelli/

Come arrivare: clicca QUI

Immagini della chiesa di Santa Chiara, clicca QUI

CALCIANO (Mt), Chiesa di Santa Maria di Monte Cognato

La Cappella di S. Maria di Cognato, risalente al 1100, ove S. Guglielmo da Vercelli, insieme a S. Giovanni da Matera, nel 1128, passando per Tricarico, vi giunsero, e decisero di fermarsi in quel luogo di pace e vi costruirono un eremo. Dopo un breve periodo decisero di dividersi scambiando i propri abiti: San Giovanni andò a Monte S. Angelo sul Gargano, mentre Guglielmo rimase ancora una volta solo, conducendo vita eremitica. Qui esorcizzò un indemoniato, un cacciatore che dopo aver colpito l’elmo in ferro indossato dal santo ne sfigurò il volto, prima di essere posseduto dal demonio. I suoi compagni di caccia assistettero al miracolo di Guglielmo che liberò l’uomo dal demonio, diffondendo in zona la sua fama di santità. Nei pressi della Cappella di Cognato vi è un’importante sorgente Acqua del “tremolo”.

Dov’è: clicca QUI

Come arrivare dalla località Palazzo, Accettura, sede del Parco (10 km.) alla Chiesa di santa maria del Monte Cognato; lasciata la strada carrabile nel punto indicato, proseguire e piedi (circa 1 ora) _ clicca QUI

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Fonti web:

https://www.materawelcome.it/it/itinerari/esplora-il-territorio/calciano/

https://eremos.eu/index.php/basilicata/

Ruderi dell’antica Caucium (da visitare spingendosi fino a Calciano), video : https://www.youtube.com/watch?v=BGa0Xq8zScg&t=44s

I siti citati nel post.

a cura di Angelo Verderosa  6 1 2025    26 10 2024   18 8 2024  rev

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