FORUM 2025 – Contributi, interviste, vision.

FORUM 2025 – Interviste, contributi, vision.

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VIDEO-INTERVENTI:

RICCARDO LUCA GUARIGLIA, ABATE ORDINARIO DI MONTEVERGINE

FELICE CASUCCI, ASSESSORE AL TURISMO REGIONE CAMPANIA

ANDREA LOMBARDI, PRESIDENTE DI ‘FEDERCAMMINI’

INTERVISTE a cura di Elisa Forte:

LIVIA POMODORO, IDEATRICE DI “GIUBILEO 2025-NO’HMA IN CAMMINO-ABBAZIE D’EUROPA”

TONINO BETTANINI, PROGETTO “IN CAMMINO-ABBAZIE D’EUROPA”

NICOLA VALLUZZI, SINDACO DI CASTELMEZZANO

ENRICO FINZI, SOCIOLOGO, SCRITTORE, CO-FONDATORE CdG

CONTRIBUTI:

DOM RICCARDO LUCA GUARIGLIA, ABATE DI MONTEVERGINE

SALVATORE SCIANNAMEA, PARROCO DI ANDRETTA, CO-FONDATORE CdG

CARMINE DE ANGELIS, TURISMO DELLE RADICI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

LUIGI MARCIANO, SINDACO DI OSPEDALETTO D’ALPINOLO

DARIO BAVARO, PRESIDENTE IRPINIA 7X, CO-FONDATORE CdG

ANGELO VERDEROSA, COORDINATORE CdG

MARIO MARCIANO, DESIGNER E CONS.TE MARKETING, CO-FONDATORE CdG

ANNIBALE DISCEPOLO, GIORNALISTA, CO-FONDATORE CdG

CLAUDIO FERRARO, CICLOAMATORE, CO-FONDATORE CdG

SALUTI:

GIOVANNI PANDOLFO, CONSIGLIERE NAZIONALE DEL TOURING CLUB ITALIANO

LUCIANA DORONZO, CONSOLE REG.LE DEL TOURING CLUB ITALIANO PER LA PUGLIA

VINCENZO DEL FRANCO, PARROCO DI CHIUSANO DI SAN DOMENICO

MARIANNA MORANTE, ASS.RE CULTURA E ISTRUZIONE COMUNE GROTTOLELLA

ANTONELLA PRUDENTE, DOCENTE

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INTERVISTE, a cura di Elisa Forte

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LIVIA POMODORO, IDEATRICE DI “GIUBILEO 2025- NO’HMA IN CAMMINO ABBAZIE D’EUROPA” – Il CAMMINO E’ UN GRANDE SIMBOLICO SEGNO DI PACE IN EUROPA

Livia Pomodoro è la Presidente di Spazio Teatro No’hma Teresa Pomodoro di Milano, ed è tra i fondatori di “Giubileo 2025-No’hma In Cammino”, l’associazione culturale nata nel 2023 per organizzare e promuovere “In Cammino”, un pellegrinaggio etico e laico in occasione dell’Anno Santo. L’associazione pianifica e realizza i singoli eventi della rassegna nel corso del triennio, inclusi spettacoli teatrali, performance musicali, tavole rotonde, conferenze e visite ai territori e alle realtà agroalimentari, affrontando temi di sostenibilità.

Il pellegrinaggio, iniziato nel 2023, culminerà quest’anno a Roma, in concomitanza con il Giubileo. “In cammino” è un itinerario dello spirito, della cultura, dell’arte e dell’economia sostenibile. Come ha spiegato la presidente Pomodoro, il viaggio da Canterbury a Roma attraverso le Abbazie d’Europa lungo la Via Francigena è un racconto del futuro. “Il lavoro condotto dal 2023 ad oggi è stato impegnativo, ma rispetto al percorso iniziale, il numero dei siti è arrivato a 30 e abbiamo individuato tre esperienze: partire, transitare e arrivare” spiega.

“Questa iniziativa è importante perché offre una prospettiva inedita del viaggio. In Europa esistono vie che attraversano mari e monti, ma noi abbiamo immaginato un percorso del cuore e della mente, della ragione e della fede, alla riscoperta dell’ambiente, per coltivare la speranza di un futuro migliore” continua. La contemporaneità sta mettendo a dura prova l’umanità e ogni abbazia rappresenta un faro, che si aggiunge a sua volta ad un percorso comune. Il cammino è un grande simbolico segno di pace in tutta Europa. “Molti si sono aggiunti a noi e Monsignor Fisichella ha fin da subito recepito il Cammino nel programma del Giubileo 2025, affidandoci il motto dei “pellegrini di speranza”.

“Il Cammino è senza dubbio una esperienza straordinaria, e quest’anno ci attendono 5 tappe, in una realtà papale nuova” argomenta, sottolineando che l’idea del Cammino è nata dalla lettura di una celebre affermazione di Goethe: “L’Europa è nata pellegrinando e la sua lingua è il cristianesimo”. “Ad oggi siamo felici di essere presenti al secondo Forum nazionale dei cammini storico religiosi e al Cammino di Guglielmo. A Sant’Angelo dei Lombardi cercheremo di raccontare cosa abbiamo fato in questi tre anni, le scoperte di luoghi incantevoli e bellissime realtà, per costruire un viatico migliore e un futuro degno della vita di un uomo.

Per noi è una esperienza importante che ci fa individuare una nuova prospettiva tesa a reinventare le regole di vita e come condividerle con le popolazioni, molte delle quali sono stremate dalla guerra. Si tratta di un cammino di speranza, l’inizio e la conclusione di un viaggio che consente di esplorare la storia e la cultura, ma anche l’animo umano” conclude la presidente.

“In Cammino” ha ispirato molte iniziative, quasi un’esortazione buona per tutte le stagioni. Travolta dall’idea della velocità e dalle tecnologie avanzate, la mobilità lenta evocata da questa parola si è rinchiusa però in una sua forma povera. “In Cammino” ha voluto dire invece per noi il tempo della coscienza, diventando sinonimo di viaggio interiore e crescita personale fino a testimoniare oggi nuovi eroismi: sostenibilità e lentezza.

“In Cammino/Abbazie d’Europa” esplora radici storiche e spiritualità, alla scoperta di manoscritti e architetture antiche, tra passato e presente: un ritorno al futuro attraverso mondi di ieri e insieme della modernità. Ed è questa la vera meraviglia. Ad oggi il viaggio attraverso le Abbazie d’Europa rappresenta un riferimento importante su scala internazionale ed è sicuramente un faro anche il gruppo di lavoro del Cammino di Guglielmo.

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TONINO BETTANINI, PROGETTO “IN CAMMINO- ABBAZIE D’EUROPA” – UN PELLEGRINAGGIO VERSO LE RADICI SPIRITUALI DELL’EUROPA 

Tonino Bettanini direttore del progetto  In cammino- Abbazie d’Europa condivide l’esperienza del moderno pellegrinaggio nato per solcare le strade della Via Francigena, ma si è rivelata un viaggio corale attraverso le più importanti Abbazie d’Europa, “i suggestivi luoghi ricchi di storia, arte e spiritualità, fari di civiltà che hanno illuminato – dal Medioevo a oggi – gli anni più bui del nostro continente” spiega.

Oggi il Cammino è riconosciuto come evento ufficiale patrocinato dal Giubileo e selezionato per l’Anno Santo 2025. Il moderno pellegrinaggio partirà il 28 luglio da Canterbury, punto di inizio della Via Francigena contrassegnata poco prima dell’Anno Mille dal vescovo Sigerico, per giungere nel 2025 a Roma.

“Il progetto lanciato nel 2023 era stato immaginato per seguire la Via Francigena, ma via via è divenuto più complesso” argomenta il direttore Bettanini in procinto di partire per l’Irpinia e partecipare al secondo forum nazionale dei Cammini storico religiosi. Il triennio prevede il viaggio attraverso 7 nazioni – Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Svizzera, Italia- in cui sono organizzati, all’interno di un’architettura di rara bellezza – per lo più patrimonio Unesco- spettacoli teatrali e musicali, recital e letture con artisti di primissimo piano, ispirati all’idea di viaggio ed alla pratica del pellegrinaggio di ieri e di oggi.

“Ora il percorso conta ben 22 Abbazie e con il Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi si aggiunge il 23° sito. In questi anni abbiamo fatto molto più di quello che immaginavamo di fare e siamo andati oltre le aspettative” rivela.

Il programma proposto prevede un format che vuole porre l’attenzione sui territori e sulle caratteristiche produttive, economiche, artistiche, culturali di ogni abbazia attraverso convegni e tavole rotonde con relatori locali e internazionali sui temi della bio sostenibilità, pratiche agricole etiche, soluzioni produttive sostenibili. E’ suddiviso in tre momenti.

Il primo è la conoscenza del legame tra l’Abbazia e i prodotti del territorio, per riscoprire una parte di futuro nel mondo antico e promuovere il consumo del prodotto a km zero. In seconda battuta, sono previsti convegni o seminari dedicati alla terra che si attraversa, con la scelta di una parola chiave che possa essere identificativa della traccia che si vuole solcare. “Ad esempio, in Irpinia la parola chiave scelta sarà “cammini”. In terza analisi, il terzo momento che connota il nostro cammino attraverso le Abbazie è lo spettacolo legato in particolar modo alla musica” continua.

Uno dei modi per valorizzare i complessi monastici risiede nella promozione delle arti. Il turismo religioso sta rinascendo e si registrano ovunque buoni risultati in tal senso. Anche in Irpinia si registra un importante lavoro per costruire una nuova attenzione ai siti, e che coinvolge inevitabilmente anche chi non ha una particolare sensibilità religiosa. Il cammino viene visto come una riscoperta della natura e la possibilità di assecondare il desiderio di stare soli con se stessi e riflettere. Il cammino consente infine di percorrere una profondità interiore che non ha la possibilità di emergere nella quotidianità.

In cammino ripercorre in ognuno dei tre anni le tre principali esperienze del viaggio: partire (2023), transitare (2024), arrivare (2025). E in ogni singola tappa verrà declinata una parola (da pellegrinaggio a misericordia; da silenzio a bellezza) che farà da filo conduttore attivo per spettacoli, concerti e incontri allestiti nelle diverse Abbazie.

Accompagna il percorso di “In cammino” l’Associazione Europea Vie Francigene (AEVF), patrocinata dalla Commissione Europea, e la rete delle Organic Cities impegnate nella diffusione di buone pratiche bio amiche dell’economia circolare.

PERCHE’ LE ABBAZIE

Le Abbazie rappresentano da sempre un faro di civiltà e un porto sicuro nelle notti più buie della storia europea. Luoghi che univano la conservazione e la propagazione della conoscenza, attraverso l’attività delle Scholae e degli Scriptoria con la riproduzione amanuense dei codici miniati, e centri di ricovero e di ristoro sia fisico che spirituale dei viandanti.

Non soltanto comunità aperte di attrazione e diffusione umanistica, ma anche dei veri e propri nuclei di un’economia basata sull’innovazione agricola ed il commercio, che da ogni Abbazia scaturiva per irradiarsi su tutto il territorio badiale. Un’economia artigianale, circolare e sostenibile che in molti casi prosegue ancora oggi sotto forma di impresa etica rispettosa dello sviluppo sociale, della cultura e della tutela ambientale, considerati beni ed elementi preziosi fin dal sorgere di questa straordinaria esperienza di vita comunitaria.

LE TAPPE NELLE 22 ABBAZIE

Il viaggio prevede le tappe all’Abbazia di Sant’Agostino, Canterbury, in Gran Bretagna; all’Abbazia di Chiaravalle Milanese, Italia; il Distretto abbaziale di San Gallo, Svizzera; Certosa di San Lorenzo, Padula, Italia; Abbazia di Plankstetten, Germania; Abbazia Notre-Dame de Scourmont, Belgio; Abbazia Notre-Dame d’Orval, Belgio; Abbazia di Chiaravalle della Colomba, Alseno; Distretto abbaziale di Fulda, Germania; Abbazia di Santa Maria Follina (TV); Abbazia di san Benedetto in Polirone, Mantova Italia; Abbazia di Notre Dame di Konigshoeven, Berkel Enschor Olanda; Abbazia di Berne a Heeswijk-Dinther in Olanda; Ex Abbazia Brasiliana e chiesa madre di S. Nicola Cisternino (BR); Abbazia di Notre Dame Citeaux in Francia; Abbazia dei Santi Pietro e Paolo in Viboldone; Abbazia di Morimondo; Monastero di Sant’Anna Abbazia di Santa Croce in Sassovivo; Abbazia di san Miniato al Monte e Certosa di Firenze; Abbazia di San Nicolò del Boschetto, quartiere di Sanpierdarena Museo diocesano di Genova; Abbazia Santa Maria, la Sanità del Casale di Pisticci; Abbazia del Ss. Salvatore al Goleto, Sant’Angelo dei Lombardi (AV).

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NICOLA VALLUZZI, SINDACO DI CASTELMEZZANO – GUGLIELMO E LE DOLOMITI LUCANE

Nicola Valluzzi è il sindaco di Castelmezzano da 21 anni, e incarna l’esempio di visione strategica legata al potenziale degli attivatori turistici, quindi applicata al marketing territoriale. Fascia tricolore di uno dei piccolissimi borghi delle dolomiti lucane ubicato in provincia di Potenza, oggi è una personalità riconosciuta dalle accademie di tutta Europa per avere trasformato un comune di poco più di mille abitanti in uno dei siti naturalistici più visitati al mondo e celebrati dalla Fao e dall’organizzazione mondiale del turismo promossa dall’Onu.

Castelmezzano interseca il Cammino di Guglielmo nel tratto che interessa la Basilicata. E come ha anticipato il sindaco Valluzzi, la cittadina è pronta ad arricchire i grandi attrattori che oggi animano il borgo, e a promuovere l’anello di congiunzione del percorso compiuto da Guglielmo da Vercelli durante il suo pellegrinaggio verso la Terra Santa. Oltre al volo dell’angelo a bordo della zip line che collega Castelmezzano a Pietrapertosa, Castelmezzano ha già sperimentato un primo cammino: il percorso di land art delle Sette Pietre che raccontano la leggenda della fascinazione d’amore tra i mulini ad acqua, che connota le credenze popolari e l’identità del posto. “Il territorio comunale ha ben 20 km di percorsi a piedi per il trekking e ora si potrà caratterizzare per un ulteriore elemento assegnato da Palazzo Cognato legato a San Guglielmo da Vercelli” spiega il sindaco.

“Ricostruzioni storiche e leggendarie vorrebbero che Guglielmo a metà della sua esistenza abbia scelto questo luogo, che è sito archeologico d’altura risalente all’epoca preistorica, come sua dimora per qualche anno. Palazzo Cognato si trova all’interno del parco regionale e il tracciamento del percorso come Cammino di Guglielmo è un importante veicolo di conoscenza e attrazione turistica. La strategia che immaginiamo di traguardare guarda alla valorizzazione di questo ulteriore elemento per far conoscere le straordinarie bellezze di questo luogo, che ha la possibilità di aggiungere attrattori turistici e arricchire la sua riconoscibilità” argomenta Valluzzi.

Castelmezzano è celebrato nel mondo non solo per il volo dell’angelo, ma anche per le vie ferrate e la nuova slittovia appena inaugurata. Nella strategia annunciata dal primo cittadino, il Cammino legato al santo qualifica il percorso della fede promosso con lo spettacolo della Madonna dell’Olmo osannata in paese. Un percorso di videomapping proiettato sulle pareti rocciose del fortilizio normanno, che illustra nella cornice suggestiva del maniero oltre mille anni di storia legati alla figura della madonna venerata dai cavalieri templari. Il borgo custodisce infatti diversi elementi che riconducono alla presenza dei custodi del Santo Sepolcro. L’impatto emotivo e emozionale riprodotto dallo spettacolo, che consente tre repliche a sera per un tempo limitato, potrà a breve, avere un ulteriore elemento di attrazione.

Il 25 aprile scorso, infine, il comune ha inaugurato la prima slittovia: un bob cat su rotaia che percorre una pista da 1180 metri e collega l’attraversamento delle dolomiti lucane fino al borgo. Nei primi 12 giorni, il comune ha registrato la presenza di 12 mila persone paganti. “Il 1° maggio siamo stati costretti a chiudere il centro storico e a limitare gli accessi” racconta.

Tutto il percorso è stato realizzato con fondi pubblici, “e la continuità amministrativa che c’è stata negli ultimi 21 anni ha consentito di costruire un percorso di ampliamento degli attrattori turistici che ha ottenuto i riflettori di tutto il mondo. Abbiamo costruito un brand riconoscibile che speriamo di arricchire e il Cammino di Guglielmo rappresenta un valore aggiunto che qualifica ulteriori siti e attività all’interno della foresta di Gallipoli Cognato” conclude.

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ENRICO FINZI, CO-FONDATORE CDG – IL CAMMINO, PONTE DI PACE E DI CULTURA NEL MEZZOGIORNO CONTINENTALE

Tra gli ideatori e fondatori del Cammino di Guglielmo spicca la figura di Enrico Finzi, uno dei più noti ricercatori sociali italiani, già presidente di Astra Ricerche e accademico, esperto di pubblicità, marketing e comunicazione. In forza ai visionari dell’associazione Irpinia 7X, Finzi ha già indagato, da ricercatore, sociologo e giornalista, e da abitante stazionario, le potenzialità inespresse del Mezzogiorno e dell’Irpinia. Il Cammino di Guglielmo è una nuova testimonianza di possibilità da esplorare per attrarre non solo pellegrini, ma anche visitatori ed escursionisti che sull’onda green hanno aperto di fatto nuove frontiere del turismo. “Rispetto al progetto sono positivo e ottimista” rivela. “Perché il percorso della conoscenza delle badie attraverso i cammini ha riscosso una notevole attenzione, sia in Europa che in Italia. Il Cammino di Guglielmo ha ottenuto il riconoscimento del Vaticano e sta assumendo un peso significativo sullo scenario internazionale perché è molto ben organizzato” continua.

Il percorso funziona in quanto viene continuamente testato, offre servizi agli escursionisti, ai camminatori e ai cicloturisti, e consente ai portatori di handicap di percorrere il tracciato in auto o con altri mezzi. “Quello dei Cammini in generale è un trend in crescita, e l’idea progetto costruita in Irpinia con diramazioni in Basilicata e in Puglia è senza dubbio una risposta valida e originale. Si tratta di un’alternativa alla Via Francigena che considera percorsi principalmente dal centro Europa fino a Roma, e che ad oggi ha coinvolto e consolidato questa tipologia di escursionismo soprattutto nel nord Italia e in centro. Infatti, sono state costruite risposte a una domanda collettiva principalmente in Toscana e in Umbria” spiega.

Il Cammino di Guglielmo invece afferra il Sud e costruisce un baricentro inedito tra l’Irpinia, la Basilicata e la Puglia per affermare un percorso e una esperienza unici nel loro genere. “Si tratta innanzitutto di un cammino storico, perché si rifà all’esperienza di Guglielmo da Vercelli, che nel suo viaggio a piedi verso Brindisi per imbarcarsi e raggiungere la Terra Santa viene assalito dai predoni ed è costretto a rifugiarsi in Irpinia. Qui resta e durante la sua permanenza solca tracce importanti. Da Montevergine in Campania e fino alle basiliche della Lucania e della Puglia. Il Cammino di Guglielmo è l’impronta culturale e religiosa dell’Irpinia che si estende alle altre regioni e che ha costruito non solo fortezze ma anche ponti. La citazione della storia, infatti, è uno dei modi in cui si costruiscono ponti”.

Finzi propone un ricco elenco di rapporti- ponte. “Il ponte tra passato e presente, tra Guglielmo e l’aspetto materiale. Il Cammino è un ponte tra la fatica fisica e quella spirituale, e qui bisogna aggiungere che non c’è alcuna esclusiva cristiana obbligatoria, anche se a Sud si lega alla tradizione contadina. L’altro ponte è tra l’esperienza urbana e il contatto diretto con la natura. Offre la possibilità di scoprire siti e località poco conosciuti, anche per gli abitanti del posto. Il fascino sta nel camminare nella natura, passeggiare attraverso i campi, i boschi, i laghi, e godere del fascino straordinario di incontrare almeno 30 specie di animali. Altro elemento ponte sono le regioni coinvolte e i loro territori, che preservano una potenzialità di crescita significativa, e un ampliamento delle conoscenze dei territori e delle comunità che vi abitano.

La dimensione della scoperta è una ambizione soprattutto degli adolescenti, e il Cammino con la sua semplicità, poco costoso ed efficace, consente la sperimentazione dell’avventura e la dimensione del vivere incosciente”. Altro elemento sottolineato da Finzi è il rapporto tra gli uomini, la natura e l’arte. Tutto il percorso, compreso il Goleto, le grotte, le cappelle e i luoghi di culto aperti ai viandanti, costruisce aperture e relazioni tra locali e ospiti. Accresce la capacità di accoglienza che raggiunge livelli duraturi e consente una delle caratteristiche più belle del Mezzogiorno continentale, che è l’apertura, l’inclusione e la solidarietà.

“I camminatori crescono e sono certo si svilupperà il successo del percorso” sottolinea il ricercatore della felicità. “Sono ottimista per il futuro perché il Cammino potrà consolidare la strada dell’autostima di una parte del Mezzogiorno d’Italia, attraversato per troppo tempo dalla depressione economica, e che attende di cogliere la sfida dello sviluppo umano attraverso la sostenibilità. Qui dovrà entrare in gioco lo scatto di orgoglio delle popolazioni. A questo si aggiunge che il Cammino, nella formula già sperimentata, non offre spiragli a discriminazioni di genere. Al contrario, si mette in pratica la cooperazione: tutti portano da bere e da mangiare per le soste i picnic intermedi sui percorsi. Le donne non sono mai ridotte a cuoche ma sono i maschi che esibiscono le doti e le passioni culinarie. Le donne spiccano per dinamismo e leadership, ma percorrere il Cammino in bici o a piedi è paritario perché non richiede alcuna competenza in particolare ed esclude a monte, ogni forma di discriminazione” conclude.

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CONTRIBUTI PER LA GUIDA IN PUBBLICAZIONE

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RICCARDO LUCA GUARIGLIA, ABATE ORDINARIO DI MONTEVERGINE

Il Cammino di Guglielmo è, effettivamente il percorso dell’anima, del ritrovarsi e del riflettere con un tempo da stabilire e gestire senza fretta, scevro da ansie, insicurezze e dal logorio che giocoforza abita le nostre vite, e farlo percorrendo i trecento chilometri del percorso, esalta l’ideale della bellezza, in quelle che sono le sue infinite manifestazioni nel rapporto tra il Creatore e le sue creature attraverso il Creato. La natura incontaminata, e ancora gli ameni paesaggi, i boschi rigogliosi, le sorgenti ricche di acque cristalline e la fauna che popola numerose aree decontaminate, non fanno solo da sfondo, ma sono parte integrante di quello che è l’idea di turismo lento, che pone l’uomo ad immergersi completamente nell’ecosistema che ci ospita, incommensurabile meraviglia del Creato, e il tutto a impatto zero sull’ambiente. Ma soprattutto è un modo di ritemprare il corpo e lo spirito, recuperando quel contatto tra uomo e ambiente naturalistico.

Una forma particolare di cammino nel segno della Fede è certamente il pellegrinaggio. Il pellegrino propriamente detto, compie un cammino che è ricerca spirituale, che ha per finalità il raggiungimento di un luogo sacro, contemplando nel tragitto la preghiera e la penitenza. L’aspetto naturalistico è presente, ma passa in secondo piano. Poi ci sono coloro che, attraverso il cammino, vanno alla scoperta o riscoperta dei luoghi del silenzio e della religiosità, della cultura e della meditazione, vere e proprie oasi di distacco alla frenesia della vita contemporanea.

A Montevergine, dove non a caso si è voluto partisse il cammino, assistiamo sovente alla presenza di numerosi pellegrini che percorrono a piedi i sentieri che s’inerpicano sulla montagna, alcuni in silenzio, altri recitando preghiere, altri ancora intonando canti alla Madonna di ancestrale memoria, così come coloro che, nel cammino riscoprono il contatto e la contemplazione delle bellezze paesaggistiche e di borghi di plurisecolare bellezza. A tal proposito, annotava nei suoi diari Edward Lear, scrittore ed artista viaggiatore dell’Ottocento, durante il suo cammino verso Montevergine: “… mentre salivamo ci deliziò la vista del Vesuvio che s’innalzava dalla sua pianura vellutata. Splendidi castagni rivestivano la parte più bassa della montagna e, sopra le loro cime fronzute, si vedeva la sommità scoscesa dell’altura col pittoresco convento… (…)l’enorme vista che si gode dalla sua posizione isolata costituisce il suo fascino maggiore”. Questa testimonianza, che mi piace riprendere sovente, evidenzia il senso di quiete ma anche l’aspetto emozionale del viaggiatore nella contemplazione del paesaggio e delle bellezze che ci circondano.

L’antica via per Montevergine è proprio una delle tappe fondamentali del “Cammino di Guglielmo”, un percorso sviluppato di recente e che tocca buona parte dei luoghi che furono attraversati dal giovane pellegrino Guglielmo nel XII secolo, prima che egli fondasse Montevergine e, successivamente, fosse innalzato agli onori dell’altare.

Guglielmo nasce a Vercelli intorno al 1085 e, come tanti pellegrini del suo tempo, si muove verso le principali mete di pellegrinaggio europee. Visita Santiago di Compostella, successivamente toma in Italia con l’intento di recarsi in Terrasanta. Ma il Signore, evidentemente, aveva per lui altri progetti al punto che lo stesso, giunto a Barletta, in Puglia, termina il suo cammino ed inizia un percorso di vita ritirato e penitente, che lo condurrà in Irpinia, dove fonda Montevergine e, successivamente, altri monasteri.

Il Cammino di Guglielmo intende pertanto percorrere molti di quelli che furono i luoghi più significativi del pellegrino, eremita e fondatore Guglielmo. Un itinerario che unisce tre regioni: Campania Basilicata e Puglia in quindici tappe di particolare fascino e che tocca eremi, borghi, sorgenti e località che si caratterizzano per le loro tipicità e peculiarità. Il tragitto, che parte da Montevergine e termina a Barletta, costeggia in buona parte il fiume Ofanto e transita, tra le varie tappe, per l’abbazia del San Salvatore al Goleto, anch’essa fondata da San Guglielmo, nel 1133.

Grande merito va dato a chi ha creduto fortemente in questo progetto di valorizzazione delle nostre terre, grazie alla individuazione di un itinerario che presenta enormi potenzialità di turismo lento e che è stato inserito, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nei “Cammini del Giubileo 2025” e all’interno del progetto “In Cammino-Abbazie d’Europa Giubileo 2025”.

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SALVATORE SCIANNAMEA, PARROCO DI ANDRETTA, CO-FONDATORE CdG

Il cammino di Guglielmo è un itinerario dell’animo umano. Non parte dalla santità ma guarda a un santo, in quanto segno di intuizione profonda dello spirito, anelito profondo di ogni essere umano.

Il cammino è, come nella vita, un itinerario di meraviglia e fatica, difficoltà e bellezza, stupore ed incognita, programma e disguido.

Il cammino è pensato come una discesa dai monti al mare, guardandovi oltre, come nell’oltre della vita.

Il cammino, che si conclude alla Basilica del Santo Sepolcro di Barletta, conclude la discesa dell’acqua, figurata dal fiume Ofanto che ivi sfocia, guarda alla santa reliquia della Croce e al Sepolcro, ponendo l’interrogativo nel pellegrino, che è di ogni uomo, sul senso del dolore e della vita stessa.

Il ritmo del percorso è cadenzato dalla meravigliosa natura, opera del Creatore, in un’armonia di colori e climi, opera silente e melodiosa, Parola fatta immagine luminosa di cristallina bellezza nel cosmo. È questo un invito a pensarsi creatura, partendo dalle creature, vertice di bellezza divina e profonda risonanza spirituale. Il cammino si apre inoltre alla storia dell’Irpinia, della Basilicata e della Puglia e alle storie fatte di incontri, nella peculiarità degli abitanti e nella specificità delle tradizioni.

Nel percorso ci si potrà confrontare con le varie spiritualità, da quella francescana a quella domenicana, da quello redentorista a quella trinitaria, affluenti del grande fiume della tradizione cristiana. Come le migliori etichette per i vini, le parole indicano, ma non sono esperienza.

Il menù delle parole è un invito a gustare i preziosi sapori dello Spirito, nell’incontro tra persone, nella scoperta della natura tra flora e fauna, ma più ancora nella luce interiore dello Spirito che ci fa divini, immagine e somiglianza del Creatore, il cui profumo emana il santo.

San Guglielmo, amico e fratello, benedica, sostenga e custodisca ogni passo, soprattutto quelli verso la verità più profonda del proprio cuore.

Buon cammino nello spazio, nel cuore e nello spirito a tutti, nel segno universale della umana fraternità.

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CARMINE DE ANGELIS, TURISMO DELLE RADICI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO – GUGLIELMO UMANO

Poeticamente abita l’uomo perché non solo è partecipe della bellezza del creato, ma ne plasma le sorti nel bene o nel male.

Con questo spirito abbiamo voluto disvelare un segno dei tempi; abbiamo cercato di ricordare un destino mancato; abbiamo incontrato i passi di un cammino che, seppur disatteso, ha generato frutti e animato speranze. Guglielmo, laicamente da noi apostrofato, e’ stato umano, profondamente umano!

Più di un Santo ha incarnato l’ardire dell’errante, l’eroico furore di colui che cerca, l’animoso battere della fede che cieca ascolta.

E di Guglielmo abbiamo ereditato il passo. Del Santo, che sarà, abbiamo replicato il cammino, consci che ogni esperienza non e’ mai una ripetizione ma un nuovo inizio.

Il Cammino di Guglielmo e’ una straordinaria avventura di chi sa che soli non si procede, ma si recede. Dinnanzi alla distanza non ci si allontana, ma si condivide. Oltre 300 kilometri che lambiscono tre Regioni, toccano comuni, e, soprattutto, vissuti che meritano di essere espressi.

Gli erranti del Mondo post globale non anelano verità, non perseguono crociate, ma sperano di disvelare il non detto, ciò che a dirsi e’ difficile. Un piccolo mondo antico che conserva stagioni e sprigiona emozioni.

Animati con i moderni strumenti del viaggiare, qualunque ardimentoso può, a piedi o in bici, “toccare” terra, bagnarsi dello scorrere dell’acqua, sporcarsi nell’umidità del terriccio, sentire il profumo del verde, estasiarsi del vivace germogliare del vivente. Il racconto del cammino farà la sua parte, poiché i cammini vivono del detto, del riferito, delle esperienze altrui e si moltiplicano, al tempo stesso, di espedienti o aneddoti. Come gomitoli attorcigliati di non logica, l’esperienza del Cammino di Guglielmo ci ha “ordinato” e ravvivato. Rompendo l’asetticità delle torri eburnee dei campanili, spaccando l’aridità degli egoismi, noi promotori abbiamo scommesso senza strumentali vantaggi, ma solo per il gusto di vivere. Come Guglielmo abbiamo abbracciato una fede, non eterea, ma maledettamente umana. Lo abbiamo fatto con lo spirito dei pellegrini moderni, perché si cammina “con” e mai “senza”;  si racconta “in” e mai “contro”; si gioisce “assieme” e mai “soli”.

Chi abbia il senso di questo solcare non si ritragga, ma testardamente proceda!  Non solo ammirerà ma potrà rigenerarsi nell’anima.

Il Cammino di Guglielmo e’ puro esserci al mondo e per il mondo, giacché poeticamente si abita il nostro creato!

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LUIGI MARCIANO, SINDACO DI OSPEDALETTO D’ALPINOLO

L’adesione al progetto Cammino di Guglielmo sottolinea, ancora una volta, l’indissolubile connubio della comunità di Ospedaletto d’Alpinolo con la quasi millenaria Abbazia di Montevergine. Il Cammino che parte da Montevergine, per raggiungere l’ultima delle 15 tappe a Barletta, si innesta sullo storico sentiero della “Juta a Montevergine”, il percorso di devozione del pellegrinaggio che è stato percorso nei secoli e che continua ad essere punto cruciale di un collegamento che non contempla la fretta e concilia la ricerca della più intima spiritualità. Come sindaco della mia comunità, ho promosso e accolto fin da subito questo progetto che pone i fondamenti di uno sviluppo che darà i suoi frutti nel medio lungo termine. Raccogliamo la testimonianza di San Guglielmo per lasciarla in eredità alle nuove generazioni:

Ospedaletto è “un paese da sempre in simbiosi con il Santuario che può gloriarsi di conoscere esattamente la sua nascita, fissata nel gennaio del 1178, e di possedere il documento originale che ne tramanda il ricordo. Il casale iniziale, e poi il paese, nasce e si sviluppa in diretta dipendenza di Montevergine, e perciò si pone nella linea del dominio feudale dell’Abbazia, così come riportato dal Padre Virginiano Marco De Masellis nel 1654, attingendo dall’istrumento di concessione del Casale delle Fontanelle fatta dal Beato Abate Generale di detto Sacro luogo.

Ma il nome di Ospedaletto non deriva dal Casale delle fontanelle: esso ebbe una origine diversa; provenne per astensione dall’Ospedale di San Tommaso, costruito a valle della Sacra vetta. il De Masellis scrive: “L’etimologia di detta terra (di Ospedaletto) viene originata da un certo ospedale del nostro sacro monastero detto ospedale di San Tommaso, il quale stava nella radice del mondo, nel luogo, dove adesso sta situata detta terra, e questo ospedale fu antico nel tempo del nostro Santo padre Guglielmo.”

La sua posizione ai piedi della montagna si prestava molto bene per accogliere le grandi personalità che si recavano al Santuario per farle convenientemente riposare prima di affrontare la salita del Monte.

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DARIO BAVARO, PRESIDENTE IRPINIA 7X, CO-FONDATORE CdG – LA LENTEZZA e il SILENZIO

Camminiamo per accarezzare i passi di Guglielmo in attesa dello stupore, dell’imprevisto. Camminiamo con lentezza per respirare la meraviglia del mondo, per guardare il sacro delle piccole cose: il vento che muove le foglie, le gocce di una fontana, un filo d’erba e il silenzio che c’è in ogni respiro. Da oltre 12 anni ci siamo messi sulle tracce di Guglielmo per parlargli, per ascoltarlo, per incontrare altre creature e condividerne il passo.

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ANGELO VERDEROSA, COORDINATORE CdG – SIGNIFICATO, LUOGHI, TRACCIATO E STORIA DEL CAMMINO DI GUGLIELMO

SIGNIFICATO 

Il cammino ripercorre le tracce del giovane pellegrino Guglielmo nato a Vercelli nel 1085, vissuto prevalentemente in eremitaggio tra Campania, Basilicata e Puglia, fondando in Irpinia le Abbazie di Montevergine e del Goleto e ispirando la costruzione di numerose altre badie, conventi e chiese tra i monti del Vulture, delle Dolomiti Lucane e dell’Alta Murgia.

Guglielmo, a soli 14 anni compie il suo primo pellegrinaggio a Santiago de Compostela; secondo i biografi, dopo 5 anni seguendo la via Francigena arriva a Roma sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo; seguirà quindi la via Appia, fermandosi per altri 5 anni a Melfi, all’epoca capitale del ducato normanno; segue il corso del fiume Ofanto e poi ancora l’Appia per tentare l’imbarco dall’est della costa pugliese verso la Terra Santa. Guglielmo è divenuto ‘santo’ dopo il suo lungo pellegrinare, dopo la sua morte avvenuta al Goleto il 24 giugno del 1142.  Ecco perché il Cammino di Guglielmo e non di San Guglielmo.

Il cammino è un invito a mettersi in viaggio, fin da ragazzi; è rivolto soprattutto ai giovani curiosi del mondo ma è un cammino che non ha età… chi cammina rimane sempre giovane… È dal 2012 che camminiamo per conoscere questo ‘giovane’ pellegrino; seguiamo le tracce del suo antico cammino.

Guglielmo è andato, a sua volta, alla ricerca dei luoghi dov’erano le tracce degli Apostoli e del Cristo; curioso com’era di scoprire il mondo esterno finisce per ritrovare il proprio mondo interiore; fonda un ordine monastico fortemente innovativo per quel tempo; pensate che al Goleto pone una Badessa al comando di un doppio monastero, femminile e maschile. Un’enorme statua in marmo di Carrara è nella Basilica di S. Pietro in Vaticano; guardando in alto, a sinistra delle colonne tortili del Bernini, vedrete San Guglielmo col lupo accovacciato, tra San Benedetto e San Francesco, ricordato dalla chiesa cattolica romana tra i principali fondatori di ordini monastici in Italia.

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I LUOGHI ATTRAVERSATI

Il Cammino di Guglielmo si svolge lungo 320 km., attraversando 3 regioni del Mezzogiorno d’Italia, 3 parchi regionali e oltre 30 comuni in 15 tappe. Traccia una linea -articolata da ovest a est- che va dall’Abbazia di Montevergine sul Monte Partenio, in Irpinia, alla Basilica del Santo Sepolcro, a Barletta, luogo-memoria di imbarco per la Terra Santa. È un cammino unidirezionale, dalle montagne al mare, incrociando il corso dei fiumi e i binari delle ferrovie; in un crescendo di bellezza, camminando nel Sud Italia, tra i mari del Tirreno e dell’Adriatico, attraversando la Campania, la Basilicata e la Puglia, toccando i luoghi cari al giovane pellegrino Guglielmo, divenuto poi santo.

Si sosta nelle abbazie fondate da Guglielmo in Irpinia: l’Abbazia di Montevergine e l’Abbazia del Goleto; quindi, nei siti religiosi legati alle fondazioni guglielmine: l’Eremo di S. Maria della Valle (detto anche di S. Guglielmo) a Chiusano di S. Domenico, la Badia di S. Maria di Pierno presso San Fele e il monastero di S. Bartolomeo a Melfi.

Inoltre, tocca alcuni luoghi significativi legati all’eremitaggio e ai miracoli di Guglielmo: la grotta dell’apparizione sul lago Laceno, il monte Sirico sopra la fiumara di Atella, il monte Crugname e la chiesa rupestre di Santa Margherita a Melfi dov’è l’unico affresco coevo che rappresenta Guglielmo e Federico II; infine, a Venosa, si riscoprono le tracce del monastero fondato dalla beata Agnese a seguito della conversione miracolosa da parte di Guglielmo.

Non mancano alcune soste nei santuari della fede popolare tra Irpinia, Basilicata e Puglia: dal santuario di S. Silvestro alle falde del monte Partenio, alla basilica paleocristiana della SS. Annunziata presso Prata Principato Ultra, fino al santuario di Materdomini (Caposele), legato alla figura di S. Gerardo Maiella, nativo di Muro Lucano. In Basilicata, prima di arrivare a Pierno, si sosta al santuario della Beata Vergine Maria di Montemauro (presso Pescopagano) e poi a Rapone alla Chiesa di San Nicola; dopo Pierno, si arriva alla badia di S. Michele Arcangelo sui laghi di Monticchio mentre in Puglia sono previste soste alla Grotta di S. Michele Arcangelo, a Minervino Murge e alla Concattedrale di S. Sabino, a Venosa.

L’arrivo, dopo circa 320 km., è alla Basilica del Santo Sepolcro di Barletta, porto di imbarco per la Terra Santa, meta agognata e mai raggiunta dal giovane Guglielmo.

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 IL TRACCIATO, l’articolazione delle 15 tappe attraverso le 3 regioni e i 30 Comuni.

In Campania:

  • Partenza da Montevergine > Ospedaletto, Summonte, S. Angelo a Scala, Grottolella > Tufo (tappa 1)
  • Tufo > Prata Princ. Ultra, Pratola Serra, Montefalcione > Chiusano di San Domenico (tappa 2)
  • Chiusano di San Domenico > Montemarano > Cassano Irpino (tappa 3)
  • Cassano Irpino > Montella, Bagnoli Irpino > Lago Laceno (tappa 4)
  • Lago Laceno > Nusco > Sant’Angelo dei Lombardi (tappa 5)
  • Sant’Angelo dei Lombardi > Lioni, Caposele > Materdomini (Tappa 6)
  • Materdomini > Castelnuovo di Conza, Conza della Campania > Sant’Andrea di Conza (tappa 7)

In Basilicata: 

  • Partenza da Sant’Andrea di Conza > Pescopagano > Rapone (tappa 8)
  • Rapone > San Fele > Pierno (tappa 9)
  • Pierno > Atella > Laghi di Monticchio (tappa 10)
  • Laghi di Monticchio > Melfi (tappa 11)
  • Melfi > Venosa (tappa 12)

In Puglia:

  • Partenza da Venosa > Montemilone > Minervino Murge (tappa 13)
  • Minervino Murge > Canosa di Puglia (tappa 14)
  • Canosa di Puglia > Canne della Battaglia > Arrivo a Barletta (tappa 15).

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BREVE STORIA DEL CAMMINO DI GUGLIELMO

Un gruppo di amici appassionati (una piccola comunità che ha fondato poi l’associazione Irpinia 7x) ha iniziato a camminare dal 2012, con la benedizione di Fr. Agnello Stoia (all’epoca al Convento di S. Francesco a Folloni a Montella) e con l’incoraggiamento e l’accoglienza dei Piccoli Fratelli di Charles De Foucauld (Fr. Piero Saffirio e Fr. Wilfied Krieger, all’epoca nell’Abbazia del Goleto), alla ricerca dei luoghi abitati e delle tracce lasciate da un giovane pellegrino di nome Guglielmo, nato nel 1085 a Vercelli ed eremita in giovane età tra i monti dell’Irpinia e del nostro Mezzogiorno d’Italia.

Questo gruppo (storicamente animato da Dario Bavaro, Enrico Finzi, Mario Marciano e da chi scrive),  a cui si sono man mano aggregati tanti esperti camminatori, ha lavorato intensamente dal febbraio 2023, a seguito del protocollo d’intesa firmato a Montevergine con associazioni, chiese e comuni, sui 320 km. dell’intero itinerario storico-religioso. Il sostegno e le linee guida sono stati dati dall’idea-progetto presentata dai comuni di Chiusano di San Domenico e Ospedaletto d’Alpinolo, con il coordinamento di Carmine De Angelis, nell’ambito del Pnrr ‘Attrattività dei borghi’ avviato dal Ministero della Cultura.

Attraverso viaggi, sopralluoghi ed escursioni man mano effettuati, sono state stabilite proficue relazioni in ogni luogo toccato dal cammino; P. Salvatore Sciannamea ha fatto da ponte verso le località ofantine di Melfi e Canosa di Puglia ponendo le basi spirituali del cammino. Passo dopo passo sono state raccolte ulteriori adesioni al protocollo d’intesa e percorse e registrate le tracce in formato Gpx’; sono state, infine, effettuate approfondite riprese fotografiche, video e da drone. Di pari passo sono state approfondite le ricerche storiche sui luoghi abitati da Guglielmo.

Nell’ambito di 3 regioni hanno finora aderito al protocollo d’intesa oltre 30 Comuni, 3 Enti Parco, 14 Enti religiosi, 23 Associazioni e oltre 30 operatori economici.

Il protocollo d’intesa ‘fondativo’ è stato firmato presso il Palazzo abbaziale Loreto, in Mercogliano, in data 14 febbraio 2023 con l’accoglienza del progetto da parte dell’abate di Montevergine Dom Riccardo Luca Guariglia. Le prime presentazioni al pubblico sono state tenute il 15 dicembre 2023, presso la Biblioteca Statale di Montevergine, il 6 febbraio 2024 alla ‘BIT’ a Milano, il 13 aprile 2024 al salone ‘Open’ di Paestum e il 22 aprile 2024 a Barletta presso la sede del patto territoriale Ofantino. E ancora, il 24 maggio 2024 a Melfi presso il Palazzo Vescovile e il 25 a Venosa presso la Chiesa di S. Filippo Neri. Sono quindi seguite presentazioni a cadenza mensile per far conoscere il progetto nei vari altri luoghi attraversati dal tracciato. Sono stati tenuti due Forum nazionali dedicati ai Cammini storico-religiosi invitando esperti nazionali per confrontarci e per imparare sul come migliorare e promuovere il nostro cammino. Sono stati, quindi, man mano realizzati e presentati il progetto di comunicazione, il logo, la segnaletica, il sito web, le pagine social; è in corso di pubblicazione la prima guida a stampa e la cartografia di ognuna delle 15 tappe previste.

Intanto, si continua a lavorare sul campo per analizzare e migliorare le 15 tracce cartografiche; i primi camminatori ad aver compiuto l’intero cammino in piena autonomia, nell’aprile-maggio 2025 si chiamano: Giuseppe, Filippo e Tito.

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MARIO MARCIANO, DESIGNER E CONS.TE MARKETING, CO-FONDATORE CdG – IL CAMMINO COME ATTO POLITICO

Camminare per scelta è un atto politico, il che non significa sostenere idee di parte. Politica è la resistenza sociale delle comunità, politica è la resilienza. Politica è riconoscere il rispetto per la natura, per le tradizioni, per le culture, per le diversità. Camminare significa conoscere i luoghi e custodi della loro memoria, camminare è un gesto sovversivo e rivoluzionario in questo tempo comodo e veloce.

Il ritmo e il tempo altro del cammino, consentono di risvegliare i sensi e di godere di piccole cose che credevamo insignificanti. Non è ragionevolmente possibile riportare le sensazioni e le emozioni che abbiamo trovato lungo le quindici tappe del Cammino di Guglielmo durante i nostri cammini esplorativi e di verifica del percorso. Le parole non sono sufficienti e forse neanche le immagini riescono allo scopo, il cammino bisogna farlo, non si riesce a riportarne i profumi, i suoni, le immagini. Ognuno ne riceve un dono diverso, una sensazione di profondità, di autentico stupore.

Al giovane Guglielmo diretto in Terra Santa, viene impedito con la forza il raggiungimento di un risultato per lui importante. Dovette ripiegare su un altro progetto di vita, quella che apparentemente sembrò una sconfitta, si trasformò in un successo ancora maggiore della rinuncia. Guglielmo, per disegno divino era destinato all’evangelizzazione delle zone interne del sud ed in particolare dell’Irpinia e della Basilicata. Lo fece relazionandosi con autorevole spiritualità con il potere temporale di Ruggero II d’Altavilla. La sua fu un’opera fondativa religiosa e civile allo stesso tempo, che trova riscontro e continuità anche oggi con il Cammino a lui dedicato

Ognuno nel cammino ricerca una dimensione spirituale a lui congeniale e ognuno trova una propria risposta. Sarebbe bello che il Cammino di Guglielmo fosse la scelta di chi ha bisogno di una rivincita per un evento sfortunato, semplicemente per una piccola sconfitta, un risultato non raggiunto, sfumato per qualche motivo. Guglielmo ci ha insegnato che si può ripartire da qualunque sconfitta o contrattempo per fare di meglio e di più.

Il Cammino di Guglielmo scorre in discesa dalla montagna di Montevergine, verso le colline, e le pianure, incontra fiumi, cascate, laghi vulcanici, borghi castelli, abbazie, prima di incontrare il mare della Puglia a Barletta. Dei passi di Guglielmo ci sono ancora i segni, indelebili ancora per molto. Sono questi che cerchiamo di conservare. Buon cammino nel segno di Guglielmo.

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ANNIBALE DISCEPOLO, GIORNALISTA, CO-FONDATORE CdG – IL CAMMINO E’ SEMPRE IN MARCIA

Il Cammino di Guglielmo è sempre in marcia, non si ferma mai. Anche se, com’era un tempo e com’è oggi, ci sono momenti in cui è necessario fermarsi, in primis per riposarsi, ma soprattutto per contemplare e riflettere. In questa ottica, la tappa del “II° Forum Nazionale dei Cammini Storico-Religiosi” che catapulta l’Irpinia sotto i riflettori nazionali ed internazionali, dà appuntamento ad appassionati, esperti ed a chiunque voglia affacciarsi in questo mondo meraviglioso ed incontaminato, popolato da silenzi che parlano agli occhi ed al cuore per ciò che ammirano e che intimamente scoprono e sentono lungo i percorsi dell’anima. Dopo l’abbazia del Loreto a Mercogliano che guarda dal basso il santuario-cattedrale di Montevergine e dove nel 2024 venne presentato il primo forum, stavolta l’evento, sbarca sabato venerdì 30 e sabato 31 maggio, al Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, anch’esso fondato dal giovane pellegrino, partito da Vercelli, in seguito diventato santo. Guglielmo, alla sua morte avvenuta nel 1142, volle essere sepolto qui al Goleto, in Alta Irpinia, ma dopo la soppressione napoleonica, le spoglie vennero traslate a Montevergine. Guglielmo fondò il Goleto nel 1133 come doppio monastero, femminile e maschile, con a capo una badessa; questo monumento di immensa e disarmante bellezza è tra l’altro rientrato in possesso della Comunità benedettina il 13 novembre scorso, grazie all’arcivescovo della Diocesi Sant’Angelo-Conza-Nusco-Bisaccia, Monsignor Pasquale Cascio che l’ha riconsegnato all’abate di Montevergine Riccardo Luca Guariglia attraverso un decreto arcivescovile, in calce co-firmato dai due alti prelati. Oggi a reggerlo, c’è dom Giovanni Maria Gargiulo, già direttore del MAM di Montevergine e con lui Dom Gerardo Di Paolo. Il “II° Forum” rientra nell’ambito delle azioni immateriali finanziate dal PNRR – Attrattività’ dei Borghi – Progetti di Rigenerazione Culturale e Sociale dei Piccoli Borghi Storici, grazie all’intuizione avuta nel 2022 dai sindaci dei Comuni di Chiusano di San Domenico (capofila) Carmine De Angelis e Ospedaletto D’Alpinolo, Luigi Marciano. La formula dell’evento 2025 vedrà sia la partecipazione dei referenti delle 15 tappe del cammino (sindaci, parroci, delegati di associazioni, amici del Cammino, cultori della materia) che di relatori esperti del settore di fama internazionale. La due giorni sarà facilitatore di incontri di studio e confronto; indagherà su altri importanti cammini nazionali e sulle buone pratiche ed esempi di successo internazionali; un focus sarà dedicato al Cammino di Santiago de Compostela.

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CLAUDIO FERRARO, CICLOAMATORE, CO-FONDATORE CdG – CICLOVIAGGIO LENTO

Sulle tracce di Guglielmo, su di un tracciato in buona parte coincidente col cammino, è possibile un cicloviaggio lento, immersi nella natura e soste in borghi da ripopolare. Un percorso attuale e storico, personale e in compagnia, che prevede di attraversare e frequentare territori diversi, immersi in una straordinaria cornice paesaggistica tra alture e valli, tutto un saliscendi che ci permette di entrare nel vento, scollinare dolci colline e percorrere strade che intersecano fiumi e torrenti da tagliare con le ruote della bici. Un ciclotour per conoscere e capire la geografia ed orografia che li caratterizza. Il racconto mette in evidenza l’ecosistema, le risorse naturali presenti che l’ingegno e la maestria dell’uomo ha saputo sfruttare e conoscere personaggi che ne hanno colto l’opportunità “coltivandola”.  Tutte scoperte a ritmo lento, sulle orme di Guglielmo che ha posto le fondamenta alla nostra cultura e storia, per frequentare luoghi spirituali e godere di immagini di paesaggio che ci riempiranno di esperienze: un “cammino di salvezza” per il corpo e per lo spirito.

Il percorso del Cammino di Guglielmo attraversa territori in cui si pratica la transumanza, si coltivano cereali e dove permane la vocazione vitivinicola.

-La civiltà e cultura della transumanza, verticale o orizzontale, è annunciata dal suono dei campanacci degli animali al pascolo e dal profumo dei molti prodotti tipici della tradizione del mondo della pastorizia, come formaggi, ricotta, fior di latte e …

-Percorrendo la storica direttrice della “via del grano” si manifesta la vocazione cerealicola, che caratterizza con colori diversi, a seconda della stagione, molti paesaggi di territori frequentati. La coltivazione dei cereali ha attraversato millenni restando una pratica di importanza primaria fino ai giorni nostri. L’ arte della molitura praticata e tramandata nei mulini disseminati sul territorio ci dona le farine e l’arte bianca praticata sapientemente nei forni, al mattino ci attira con il profumo di focacce, pane, pasta e …

-I vignaioli, in un contesto di microclima unico delle colline che fiancheggiano le valli dei fiumi Sabato, Calore e Ofanto, particolarmente vocate per la coltivazione di importanti vitigni, affidano ai cantinieri uve di qualità che le vinificano ed imbottigliano.

Il cicloviaggio lungo il cammino Guglielmo attraversa oltre 30 borghi in cui l’arrivo dei ciclisti viene annunciato dal suono del cambio che ravviva la pace; c’è la gioia di vedere i viaggiatori interessati al luogo. La sosta programmata breve si fa lunga perché, dopo le congratulazioni per aver raggiunto il luogo arroccato, inizia il racconto dei residenti, quasi a voler convincere di restare.

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SALUTI:

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GIOVANNI PANDOLFO, CONSIGLIERE NAZIONALE DEL TOURING CLUB ITALIANO

Un cordiale saluto a tutti i partecipanti della seconda edizione del Forum dei Cammini Storico –
Religiosi organizzato dal Cammino di Guglielmo e che quest’anno si tiene presso l’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi.
Come già sottolineato dal video messaggio dello scorso anno del Presidente del Touring Club ItalianoFranco Iseppi (oggi Presidente Onorario) in occasione della prima edizione del Forum, con la presentazione ufficiale del Cammino, il TCI, attraverso il Club di Territorio “Paesi d’Irpinia”, coordinato dal console Angelo Verderosa, è stato ed è parte attiva del Cammino di Guglielmo, assieme a tante altre associazioni e soggetti pubblici e privati.
Il Touring ritiene che i “Cammini” siano fondamentali perché favoriscono una forma di turismo lento e sostenibile, che valorizza le tradizioni, la cultura e l’ambiente locale.
Con i “Cammini” si scoprono in modo autentico i territori, la natura, i paesaggi, si promuovono le economie locali, si rafforzano i legami tra comunità, si preservano testimonianze storiche e artistiche. Insomma, i “Cammini” rappresentano un modo di riscoprire le radici e le peculiarità di un territorio, contribuendo alla sua tutela e alla sua promozione.
I “Camminatori” o “Pellegrini” sono persone curiose, motivate dal desiderio di riscoprire le proprie radici, di vivere un’esperienza personale e di introspezione, di connessione con sé stessi e con l’ambiente circostante, di trovare pace e tranquillità lontano dal caos quotidiano. Sono persone con una buona dose di pazienza e spirito di adattamento, perché il cammino richiede impegno, determinazione e capacità di affrontare eventuali difficoltà lungo il percorso.
Il Touring, che da 130 anni è impegnato per la promozione di un turismo sostenibile, per la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, per la scoperta dei territori del nostro Paese, per quanto sopra evidenziato, non può non avere al centro della sua attenzione i “Cammini” e i “Camminatori”.
E infatti, dopo i risultati conseguiti con le Bandiere Arancioni (oggi sono 290 i paesi certificati dal Touring, in Irpinia Zungoli e Caposele, che ha conseguito il marchio lo scorso 22 novembre in una cerimonia a Roma alla presenza del Presidente Mattarella e che si trova sul “Cammino di Guglielmo), il Touring oggi è impegnato anche su un nuovo programma di valorizzazione e certificazione denominato “Cammini e Percorsi”.
“Cammini e Percorsi” dl TCI ha l’obiettivo di favorire percorsi di miglioramento e rigenerazione deiterritori, per mettere in rete soggetti pubblici e privati, per dare impulso all’imprenditoria privata, con una particolare attenzione alla sostenibilità (condizione imprescindibile di sviluppo territoriale), alla qualità delle risorse e dei servizi, al miglioramento continuo (per una cultura dell’ospitalità a beneficio dei viaggiatori e delle comunità ospitanti).
Buon lavoro, quindi, per questi incontri di studio e confronto per l’analisi e la valutazione dei modelli di gestione di promozione dei cammini.

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LUCIANA DORONZO, CONSOLE REGIONALE TOURING CLUB ITALIANO PER LA PUGLIA

Un saluto a tutti i partecipanti al Secondo Forum dei Cammini Storico-Religiosi. L’evento, sin dalla prima edizione, ha inteso recuperare l’identità di una tradizione antica, antichissima, mai dimenticata, che negli ultimi anni ha ritrovato un interesse diffuso con innumerevoli benefici anche sotto l’aspetto turistico. Sono numerose, coinvolgendo diverse aree, le attività legate ai Cammini che ampliano un’offerta molto apprezzata anche dagli stranieri, soprattutto quelli curiosi di vivere una esperienza partecipativa, personale, lenta, in grado di mostrare” pezzi” di territori spesso sconosciuti. E la sede del Forum di oggi, insieme a tante altre, specie al Centrosud, figura tra le più rappresentative per un confronto che vede il Touring Club Italiano particolarmente sensibile, considerata la sua missione ultracentenaria nel percorso di valorizzazione del Belpaese.
I Cammini si stanno dimostrando una grande risorsa da salvaguardare e promuovere anche in Puglia, terra di passaggio e ponte verso Oriente, che grazie ai percorsi e ai presidi storico-religiosi, registra negli ultimi anni sostenute attenzioni in Italia e all’Estero. E lungo questo cammino il Touring Club non può’ non esserci. Buon lavoro a tutti.
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VINCENZO DEL FRANCO, PARROCO DI CHIUSANO DI SAN DOMENICO

Carissimi amici del Cammino di san Guglielmo, innanzitutto mi presento! Sono don Vincenzo, parroco di Chiusano di San Domenico.

Vi raggiungo con qualche riga, sperando di non annoiarvi. Sono un giovane prete e vengo da una esaltante esperienza nello scoutismo. Conosco il peso e la gioia del camminare, soprattutto in gruppo… l’esperienza di portare i pesi gli uni degli altri (cfr Gal 6, 2) è esaltante: permette di crescere nella complicità e nell’amicizia, è scuola di carità, insegna a camminare con il passo del più debole, offre la possibilità vivere una gioia matura, che non è il frutto dell’euforia di un istante. Non posso, perciò, non guardare con simpatia a questa esperienza che si sta vivendo nelle nostre terre.

Vorrei semplicemente consegnarvi l’esperienza di Guglielmo da Vercelli, patrono della nostra bella Irpinia. Pellegrino tra pellegrini, il santo monaco fece esperienza del cammino come tempo e luogo di un fecondo incontro con sé stesso, con Dio e con gli altri. Diretto verso la Terra Santa, Guglielmo, anche grazie alle disavventure e ai pericoli, maturò la convinzione di doversi dedicare alla vita monastica nella nostra Irpinia.

In un mondo frenetico, dove tutto va consumato in fretta e dove si perde il sapore della vita, il Cammino di Guglielmo diventa l’occasione per fermarsi, per assaporare le gioie e le speranze della nostra quotidianità. È, dunque, una esperienza di crescita umana e spirituale, in quanto occasione proficua per ascoltare ed ascoltarsi.

Spero di accogliervi nel bel paese di Chiusano di San Domenico.

Qui certamente troverete ristoro, come in passato Guglielmo da Vercelli. Il paesaggio dagli orizzonti larghi, il verde del monte Tuoro, la semplicità della gente sono il riposo di cui ha bisogno chi si fa pellegrino per strade antiche.

Vi abbraccio e vi incoraggio.

Buona strada… direbbero gli scout.

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MARIANNA MORANTE, Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Grottolella.

Il Cammino di Guglielmo non è solo un itinerario geografico che collega Campania, Basilicata e Puglia, ma rappresenta un patrimonio culturale immateriale, un racconto che attraversa secoli, identità e paesaggi.

Si tratta di un progetto culturale di ampio respiro, capace di integrare il recupero del patrimonio storico, la valorizzazione dei territori rurali e montani e lo sviluppo di un turismo culturale e sostenibile. Un turismo che non si limita a passare, ma che genera relazioni, conoscenze e rigenerazione sociale.

Nel ruolo di Assessore alla Cultura di Grottolella, Comune che ospita la prima tappa di questo cammino dopo il Santuario di Montevergine, avverto con chiarezza la sfida e l’opportunità che abbiamo davanti. Non si tratta solo di migliorare infrastrutture o segnaletica, ma di costruire un sistema integrato che valorizzi la rete dei luoghi legati a San Guglielmo, coinvolgendo attivamente le comunità locali, le associazioni culturali, gli operatori e le istituzioni.
A Grottolella, stiamo lavorando su alcuni fronti concreti: dalla mappatura puntuale del percorso e delle emergenze culturali, all’organizzazione di eventi e iniziative che raccontino l’eredità di San Guglielmo, fino al coinvolgimento delle scuole con progetti educativi dedicati. Parallelamente, puntiamo a promuovere l’enogastronomia locale come parte integrante dell’esperienza del cammino, perché cultura e territorio si esprimono anche attraverso i sapori.

Il successo di questo progetto dipende dalla capacità di fare rete: territori, istituzioni e comunità devono dialogare e collaborare, costruendo una narrazione condivisa che rafforzi l’identità del cammino e lo renda una realtà sostenibile nel tempo. È una sfida culturale e sociale che richiede impegno, ma che può restituire valore aggiunto a tutti i territori coinvolti.
L’appuntamento al Goleto, per il secondo forum del Cammino, è l’occasione per riflettere e discutere su come possiamo, insieme, consolidare questa esperienza, mettendo al centro la cultura, la formazione e la partecipazione. Solo così il Cammino di Guglielmo potrà diventare un modello virtuoso di sviluppo locale, capace di attrarre non solo pellegrini, ma anche studiosi, appassionati di storia, di natura e di cultura.

È molto più di una strada da percorrere. È un’opportunità per riscoprire radici profonde, per valorizzare la nostra identità e per costruire insieme un futuro più inclusivo e sostenibile.

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ANTONELLA PRUDENTE, DOCENTE – GUGLIELMO: GUIDA DI OGNI PASSO

Il Cammino di Guglielmo è conoscenza nello spazio e nel tempo. Il percorrere le strade del Santo è un soffio vitale per la sopravvivenza dell’antico contemporaneo, da cui ritrovare quel lume della ragione e del sentimento dell’umano che hanno scritto pagine di storia, di arte, di fede, di sapori, di colori, di eterno. La riscoperta di luoghi attraverso una santità anche laica, il tempo del vecchio camminatore all’insegna dell’avventura, sono lo sforzo fisico e spirituale che permette di conoscere se stessi, gli altri e il mondo. Una storia, quella di Guglielmo, a passo d’uomo da ripercorrere come sentiero di vita, per ridefinire il credo comunitario e il senso di appartenenza. Dall’abbazia alla natura amena e primitiva, dall’alba al tramonto, alternanza quotidiana di attimi di riposo e di riflessione: 15 tappe, 320 km, 3 regioni.

Il pellegrino che ha seguito le orme di Guglielmo ha visto crescere, come lui, il desiderio di un viaggio, quello verso una terra santa, resurrezione di pace.

E’ un cammino che fa bene al corpo e allo spirito, è una preghiera di bellezza del creato che rinfranca l’anima stanca e solitaria, è il sentirsi piacevolmente stanchi dopo un viaggio che ti rende persona capace di vedere nuove tutte le cose.

E’ un simbolico cammino di simboli, lungo il quale si incontrano persone mai incontrate e si scoprono luoghi mai visti, si sperimenta la certezza di sentirsi altrove e la paura della speranza dell’avvenire.

Un cammino quello di Guglielmo da fare almeno una volta nella vita.

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